di Arturo Ciullo
Piccola, grande squadra!
Nell’analizzare a posteriori la gara contro il Milan, la prima cosa che mi viene da dire è che il Benevento ha fornito una grande prestazione. Certo è difficile, per come è maturata, digerire la sconfitta subìta ad opera della capolista, giunta soltanto a causa di tre sciagurati episodi. Da un ipotetico responso “ai punti” emergerebbe un risultato diametralmente opposto a quello maturato sul campo, per quanto visto nel corso dei novanta e passa minuti. Resta l’ottimo viatico per il prosieguo del torneo.
La Strega ha saputo tenere testa alla capolista, sfruttando quelle sue caratteristiche delle quali ho già avuto modo di parlare nelle precedenti: la prestazione, il carattere e la mentalità.
Gioca contro la sua storia, Pippo Inzaghi, e per l‘occasione schiera il miglior “undici a disposizione, con Letizia-Glik-Tuia-Barba in difesa, a centrocampo il rientrante Hetemaj insieme a Schiattarella e Ionita, linea offensiva composta da Insigne, Caprari e Lapadula.
La Strega non palesa alcun timore reverenziale e gestisce i primi minuti con la giusta autorevolezza al cospetto di un 4-2-3-1, disposto da un arguto Pioli, che teme le insidie di questa trasferta
Come sovente accade, sono i dettagli e gli episodi a dettare le differenze tra le grandi e le “piccole” squadre. E così anche stavolta un errore della difesa (ingenuità di Montipò ed Hetemaj completata da Tuia) consente al Milan di usufruire di un calcio di rigore concesso da un incerto arbitro Pasqua e di portarsi in vantaggio.
Da quel momento, e per i successivi 70 minuti, il Benevento gioca con sicurezza esercitando un vero e proprio assalto al fortino rossonero, ma non riesce a riequilibrare la gara, vuoi per l’ imprecisione dei suoi attaccanti, vuoi per le ottime parate del Donnarumma “nazionale”, vuoi per un pizzico di sfortuna, come in occasione del palo clamoroso colpito da Insigne. La Strega subisce, invece, la beffa del raddoppio da parte del Milan, su altra clamorosa indecisione del reparto difensivo. La sorte avversa si accanisce, infine, sulla squadra di Inzaghi in occasione del calcio di rigore fallito da un “nervoso” Caprari, che il medesimo si era procurato al termine di una bella azione manovrata, e che avrebbe potuto riaprire i giochi quando mancava ancora oltre mezz’ora al termine della partita.
La gara si chiude, così, con un perentorio due a zero a favore dei rossoneri, che pure avevano disputato un intero secondo tempo in inferiorità numerica a causa dell’espulsione per “rosso diretto” di Tonali. Risultato bugiardo, che non cancella, tuttavia, la grande prestazione fornita dai giallorossi, che lasciano il campo con il rammarico di non essere riusciti a fare risultato.
Ecco il mio personale giudizio sui partecipanti alla gara.
Montipò (voto 5): qualche ingenuità di troppo; sembra che ogni tanto gli si spenga la luce. Faccio parte di coloro che sostengono che il possesso basso possa essere una variante giusta, ma solo se il compagno è in sicurezza e può giocare la palla senza subìre pressioni. Il portiere vede il gioco e pertanto, a mio avviso, è il primo responsabile. Sulla seconda rete sbaglia il tempo dell’uscita, lasciando la porta sguarnita e consentendo a Leao di fare il gol da copertina. Sono certo che saprà riprendere il suo passo e la sicurezza mostrata fino ad oggi.
Letizia (voto 7): peccato sia stato costretto ad uscire di scena per infortunio quandoe stava fornendo l’ennesima prestazione di spessore e dopo una splendida conclusione a rete da fuori area. Ci auguriamo non si tratti di qualcosa grave. L’organico del reparto è già ridotto all’osso.
Glik (voto 7,5): in una gara importante come questa, indossa l’abito da uomo roccia e mostra il suo spessore. Bravo, continui così perché abbiamo bisogno della sua esperienza.
Tuia (voto 5): va ad intermittenza, ed è il suo limite. Ha qualità nella scelta dei tempi, ma spesso le sue incertezze incidono sul rendimento. Sul rigore a mio avviso non ha particolari colpe, ma il suo errore è stato indotto da un appoggio davvero sciagurato di Hetemaj. Sul secondo gol, invece, sbaglia l’appoggio in uscita e concede un contropiede che chiude la gara. Lascia anzitempo la partita per scelta tecnica.
Barba (voto 7): ancora una prova senza sbavature, sempre lineare, concreto, non subisce alcun tipo di avversario. Bravo.
Hetemaj (voto 5): dopo una serie di gare meravigliose, è apparso stranamente in affanno. Sbaglia per eccesso di zelo l’ appoggio che consente al Milan di usufruire del calcio di rigore che rompe l’ equilibrio della gara. Perdoniamo al guerriero questo passaggio infelice perché dalla sua c è sempre tanto cuore .
Schiattarella (voto 7,5): in tanti si chiedono il perché sia arrivato così tardi in serie A e per quale motivo, spesso, le società calcistiche italiane preferiscano dare spazio alle tante meteore straniere piuttosto che ai tanti ragazzi che giocano talvolta in categorie inferiori. Il metronomo sannita offre una gara di spessore, dettando i tempi di costruzione e offrendo il suo consueto contributo in fase difensiva. Ci mette tanta personalità e tutto quello che ha a disposizione. A mio modesto avviso, manca un centrocampista o un attaccante che gli detti il passaggio.
Ionita (voto 6,5): prova di quantità. Dà il suo prezioso contributo, come sempre.
Caprari (voto 5): ne abbiamo decantato le qualità e conosciamo le sue possibilità. Però c’è da lavorare sui limiti caratteriali che spesso influiscono sul rendimento. Quando sbaglia si innervosisce e “sparisce” letteralmente dal campo di gioco. Peccato, perché è un giocatore molto interessante che farebbe comodo a qualsiasi squadra. Ma non sarà certamente un errore su un calcio di rigore a farci cambiare idea sul suo conto.
Insigne (voto 6,5 ): un’altra buona prova, segno evidente che, così come già avvenne lo scorso anno, la lunga fase di rodaggio e la fiducia concessagli da Inzaghi inizino a dare i risultati sperati. Peccato per la conclusione che si stampa sul palo di un Donnarumma battuto; in un’altra occasione avrebbe potuto far gol se solo avesse usato l’interno del piede anziché cercare un improbabile colpo di tacco.
Lapadula (voto 6): ennesima prova di sacrificio, ma non riesce mai ad essere incisivo né tantomeno a dettare il passaggio. Ha bisogno di trovare il giusto equilibrio altrimenti, quello del gol, sarà il suo problema.
Subentrati:
Improta (voto 7): il “jolly” sannita offre un’altra grande prestazione, dando il suo prezioso contributo come sempre
Moncini (voto 6): gettato nella mischia per fare volume. Il suo ingresso genera una maggiore pressione da parte dei sanniti, ma ha mai la possibilità di rendersi pericoloso. Interessante, e da rivedere, l‘ esperimento delle due punte schierate insieme.
Di Serio ( s.v. ): fa staffetta per dare sostegno alla fase offensiva.
Sau (s.v. ): come Di Serio, viene utilizzato nella fase finale. Non ci sono note da segnalare
Inzaghi (voto 7): gara dal sapore speciale per lui. Nonostante il risultato non lo premi, esce a testa alta, mostrando come il suo gruppo sia notevolmente cresciuto, così come la considerazione che oramai questa squadra ottiene grazie ad un’idea di gioco ben precisa. Il lavoro sta dando i suoi frutti e anche se resta il rammarico di non aver raccolto nulla in questa gara, di certo è cresciuta la consapevolezza che la strada tracciata è quella giusta. Durante la gara, la squadra riesce anche a modificare l’atteggiamento tattico, segno evidente di una raggiunta maturità. Unico neo, ha una rosa molto risicata che necessita di essere arricchita con qualche innesto. Raccogliere elogi è di certo una gran bella soddisfazione, ma conoscendo il tecnico, la sua meta è che si parli del “suo” Benevento come una piccola grande squadra e che essa si attesti nell’élite del calcio italiano.
Ora testa a Cagliari, per un tour de force che vedrà i sanniti impegnati in un lotto di gare che sulla carta non sono per nulla semplici e che segneranno il destino.
Forza Strega 91!