
Arturo Ciullo
By Arturo Ciullo
Zone d’ombra.
Riparte il torneo dopo la pausa della Nazionale e la Strega è di scena all’ Olimpico, ospite della Roma di Fonseca.
Mister Inzaghi, nel confermare il suo 4-3-2-1, ripropone la linea difensiva composta da Letizia – Glik – Caldirola – Foulon; in mediana il trio Schiattarella – Ionita – Dabo, con Caprari e Iago Falque a supporto della punta Lapadula.
Il tecnico piacentino evidenzia ancora una volta il suo credo calcistico, che lo porta ad affrontare ciascun avversario senza remore e timori; è l’unica strada, a suo avviso, che porterà ad ottenere i punti necessari per la salvezza. Al di là degli schemi adottati, è questo il fattore fondamentale su cui continua a lavorare con la sua squadra.
Gli intenti sono senza dubbio onorevoli, però è anche giusto analizzare il risvolto della medaglia. Incassare cinque reti, di cui quattro in contropiede, lascia aperte non poche ombre ed induce a dover fare alcune riflessioni. Premesso che non era certamente contro la Roma attendersi di fare risultato con facilità, è pur vero che l’essersi portati inaspettatamente in vantaggio ed aver avuto, per ben due volte, l’opportunità di effettuare addirittura il sorpasso e non esserci riusciti, un po’ d’amaro in bocca, inevitabilmente, lo lascia, tanto più per come poi è terminata la partita.
Di positivo c’è, senza dubbio, il fatto che la squadra abbia dimostrato personalità e voglia di fare gioco, di non arrendersi mai e di avere una chiara idea di impostazione dell’azione, anche nelle ripartenze con costruzione “da dietro”. Buono anche il pressing alto sull’avversario, che ha consentito alla Strega di tenere aperta la gara per circa 70 minuti, almeno fino a quando la concessione di un calcio di rigore (molto discutibile) a favore della Roma per un presunto fallo di Montipò non l’abbia, di fatto, spenta.
I gesti tecnici, le giocate e le cose positive sono una base importante, ma preferisco centrare l’attenzione su alcuni aspetti sui quali bisognerà, a mio avviso, lavorare, e molto. E, si badi, lo dico in tempi non sospetti, rischiando anche di essere impopolare. Ma non lo faccio per trovare il “difetto“ a tutti i costi, casomai per fornire, costruttivamente, uno spunto per colmare determinate lacune che potrebbero, in futuro, rappresentare un serio problema, se non risolte da subito.
Registriamo nuovamente un passivo di cinque reti che definirei “gratuite“, e questo senza mai aver mai effettivamente sofferto l’offensiva dei giallorossi romani. Come pure, come già evidenziato nella partita contro l’Inter, ho notato una certa sofferenza nei cambi di gioco. In palese difficoltà Letizia che, oltre a palesare evidenti limiti fisici nel “tenere” l’avversario, molto spesso si è trovato in inferiorità numerica sulla fascia destra ed è stato puntualmente surclassato negli scontri diretti .
Anche i cambi mi sono sembrati, questa volta, discutibili, sia in termini di scelte degli uomini, sia nella loro tempistica.
La partita ha rappresentato un’occasione importante per testare i processi di crescita, ma è anche vero che bisogna trovare il giusto equilibrio tra la capacità di non subire (come avvenuto nell’ultimo torneo di serie B) e la voglia eccessiva di dover creare “per forza”. Improponibile dover subire un gol sul rilancio del portiere avversario immediatamente successivo ad un calcio piazzato a nostro favore.
Questo il mio personale giudizio sui partecipanti alla gara:
Montipò (voto 5,5). Non può far nulla sui gol incassati, tutti in contropiede; resta qualche dubbio sul rigore procurato. Per il resto ordinaria amministrazione, dato che in pratica non ha dovuto effettuare alcun intervento, salvo una respinta di piedi su tiro ravvicinato di Dzeko;
Letizia (voto 5). Surclasssato dal punto di vista fisico e tattico sull’out di destra. Rivede i “ fantasmi “ e questo si accentua quando non ha il giusto supporto in fase difensiva. Nessuna nota di rilievo in fase offensiva;
Glik (voto 5,5). Non ha problemi nell’uno contro uno, ma come reparto soffre per i contropiedi subiti;
Caldirola (voto 5,5). Vedi Glik. È evidente che un atteggiamento tattico del genere rischia di minare quello che lo scorso anno era un punto di forza. La testimonianza è data dal fatto che i sanniti hanno subito 10 reti in 2 gare senza mai soffrire nell’ uno contro uno;
Foulon (voto 5,5). Garantisce il suo apporto anche se può migliorare la sua fase difensiva, ancora un po’ troppo “leggerina”;
Schiattarella (voto 6). Lotta, gioca e cerca di tenere il bandolo della matassa, dando il suo apporto per tutto il tempo del suo utilizzo;
Dabo (voto 6,5). Decisamente il migliore in campo. Cresciuto dal punto di vista fisico e tattico è, in assoluto, colui che è riuscito più di ogni altro a farsi rispettare dal punto di visto fisico;
Ionita (voto 5,5). Molto meglio rispetto alle precedenti prestazioni; riesce a dare sostanza alla linea mediana, calando nella seconda parte della gara;
Caprari (voto 6,5). Buona prestazione per l’ex di turno, il quale trova anche la rete del vantaggio. Si assume la responsabilità di alcune iniziative;
Iago Falque (voto 5). Buono l’inizio, poi si è eclissato facendo mancare il proprio apporto. Esce anzitempo e sulla sua fascia continuano a imperversare le incursioni dei capitolini;.
Lapadula (voto 6). Solita gara di sacrificio, trova la rete sulla respinta del portiere sul rigore da egli stesso calciato. Ha la palla del potenziale sorpasso, ma la cicca misteriosamente;
Subentrati:
Insigne (voto 5). Cerca qualche spunto, ma sempre in scarico o per linee orizzontali. Prestazione opaca, in perfetta continuità con le precedenti;
Improta (s.v,). Chiamato a giocare da interno, non si tira indietro, ma è evidente che il suo utilizzo in quel ruolo è discutile, soprattutto se pensiamo alle difficoltà occorse sugli esterni;
Maggio (s.v. ). Chiamato in causa a circa 10 minuti dal termine. Sarebbe servito il suo apporto almeno dal primo minuto della ripresa, per dare peso alla linea difensiva;
Sau (s.v. ). Entrato a pochi minuti dalla fine. Nessuna nota particolare;
Hetemaj (s.v.). L’impressione è che andasse schierato molto prima per dare equilibrio alle linee e per evitare le ripartenze subite;
Inzaghi (voto 5). Come già detto, ne apprezzo il coraggio, ma ne discuto le scelte. Non essere riuscito a sistemare in particolare la fascia destra è senz’altro una nota dolente. D’accordo cercare di giocare a testa alta per 70 minuti, ma concedere ripartenze o errori gratuiti può risultare letale. E per uno meticoloso come lui non credo che subire cinque reti “gratuite” sia piacevole.
E adesso testa alla gara contro il Napoli, altro test difficile ed importante per accrescere la propria consapevolezza.
Forza Strega 91!