Emozione. Il calcio lo è, un’emozione. Per i tifosi il calcio è solo quello, ma bisogna essere bravi e fortunati a trovarne di positive, a distillare quelle buone dalle negative. L’emozione massima? La vittoria, ovvio. Poi, a scalare, tutte le altre, come quella, ad esempio, per un derby da protagonisti, o per il goal di un pari all’ultimo secondo di gioco… Potrei continuare all’infinito. E, ognuno, potrebbe aggiungervene altre e differenti…
Emozione è anche altro. Basta leggere i giornali sportivi o andare sui portali dedicati al football. Emozioni a profusione, a Palermo, o a Foggia, ma anche ad Avellino. Paura, senso di rabbia e sconfitta, delusioni cocenti… sono anch’esse emozioni. Noi, in verità, eravamo molto abituati a quest’ultime. Per decenni le abbiamo vissute, intramezzate da rare piccole gioie… Emozioni con il contagocce. Rare e pagate sempre a caro prezzo, se ci penso.
Cito Anna Oxa: Emozioni da poco? Si, magari per i benpensanti lo sono. O lo sono davvero, chissà. Ma provate a chiedere il parere di qualsiasi tifoso: pagherebbe per provarne, d’emozioni calcistiche legate alla squadra del cuore.
Palazzo Paolo V, scenario fantastico per la presentazione del Benevento Calcio 2019/20, targato Filippo ‘Pippo’ Inzaghi. Caldo da bagno turco, ressa incredibile di giornalisti, cameraman, fotografi, sponsor, curiosi e qualche tifoso intrufolatosi (non è anche questa un’emozione?), il palco – molto ben allestito – griffato con i colori che amiamo. L’attesa del tecnico, della squadra, l’ansia per le parole del Presidente Oreste Vigorito. Emozioni. Sudate, ma emozioni. Aria quasi irrespirabile e poi certe parole, quelle proferite dal patron giallorosso e poi dal neo-trainer, che hanno acuito il senso di disagio fisico perché il sudore – se mai possibile – è aumentato. L’emozione, ancora una volta, è arrivata alle stelle. Difficile contenerla, impossibile non scantonare nel “fantastico”…
L’emozione forte di esserci, nonostante una crisi tremenda che continua a falcidiare anche società blasonate, e non solo nel calcio.
L’emozione, nostra, di poter sognare e vivere ancora un campionato da protagonisti.
L’emozione che il solo pensiero di vittoria può provocare, facendoci sognare ancora un goal al Meazza, all’Olimpico, al San Paolo, all’Allianz Stadium… Senza dover sperare nello Zoltan di turno… senza dover fare questue o collette tra gli imprenditori, o l’intervento del politico che, quasi sempre, promette ma non mantiene…
Inzaghi vuole la A, e lo dice. Vigorito lo spera… ma non lo dirà mai anche se, pur utilizzando intelligenti metafore nel suo discorso, qualcosa gli è sfuggito (solo un lapsus?)… I calciatori sanno di poterla conquistare, difficile ma non impossibile. I giornalisti provano a pronosticarne le percentuali di possibilità, spulciando dai dati tecnici…
I tifosi… no. Loro vorrebbero solo una nuova emozione. Di quelle che non dormi la notte, che ti leva il respiro. L’emozione di esserci, di poter essere orgogliosi per una squadra che li rappresenti. L’emozione di poter dire ancora “noi sappiamo anche vincere...”. L’emozione di essere tra i primi per qualcosa che ognuno di loro sente propria…
Emozione, forte, solida, concreta. Un campionato si può vincere anche partendo da un sentimento così…
E, senza giri di parole: GRAZIE per questo ad Oreste Vigorito.