Il Benevento Calcio ha conquistato solo un punto sui nove disponibili, nelle ultime tre gare di campionato: rammarico e recriminazioni? Macché, è una fortuna direi. Sono impazzito? No, o per lo meno, non ancora del tutto.
Il fatto che quella giallorossa sia tornata ad essere una squadra normale, io credo che sia (finalmente!) un bene per tutti.
Troppa attenzione mediatica, quasi fastidiosa, eccessive pressioni, evidentemente assorbite dalla squadra, chiamata, anche inconsciamente, a fare più di quanto possibile perdendo il contatto con la realtà – dura – del campionato. Eccessiva pressione sullo stato emotivo dell’intero ambiente, che ha creato una inutile e deleteria ansia da prestazione. Perché credo che nessuno pretenda dalla squadra più di quanto sia oggettivamente possibile. Inseguire un sogno si può, aiuta. Ma senza inutili ossessioni… Quelle lasciamole agli altri.
Io credo che la straordinarietà di questo campionato, il nostro primo in B, sia già stata conclamata. Chi, vorrei sapere, avrebbe “scommesso” sui quasi cinquanta punti in classifica a fine febbraio? Pochi, o forse nessuno. Il Benevento viaggia ad una media di 1,665 punti a partita, considerando quelli realmente conquistati sul campo (48, invece dei 47 ufficiali in graduatoria) che sono già un’enormità in questo campionato difficilissimo.
Per capirci: le superfavorite Frosinone e Verona hanno rispettivamente una media punti di 1,827 e 1,793. Distacco minimo – la matematica non sbaglia mai – a fronte di obiettivi (e budget) sicuramente differenti. Noi, partiti per salvarci tranquillamente al debutto in cadetteria; ciociari e scaligeri chiamati a un ruolo da protagonisti, considerati gli organici a disposizione e i “belligeranti” proclami estivi, a seguito delle rispettive retrocessioni. Quindi, se vogliamo, ad oggi per loro è già un piccolo fallimento (se aggiungiamo che anche la neopromossa Spal è lì a giocarsela con pieno merito), mentre per noi tutto ciò che arriverà ancora dal campo sarà un surplus. Poi alla fine tireremo le somme… Questo, ovviamente, senza volere sminuire i sacrifici fatti dalla società del Presidente Oreste Vigorito, che non ha certo lesinato impegno economico (e non solo sulla gestione della rosa, ma anche sulle strutture) per garantirCi un campionato di assoluto livello.
A pensarci, non credo sia sbagliato immaginare che una certa parte di media abbia astutamente acceso i riflettori sul Benevento ed altre compagini “minori” (ma poi di chi?) per distogliere l’attenzione, appunto, dal mezzo flop di alcuni club blasonati. Probabilmente, sempre in quella logica (logica?) di palazzo che spinse un certo dirigente di calcio ad esprimere opinioni al limite del disprezzo, in merito alle promozioni di squadre che non avrebbero garantito, poi, un certo business (a suo parere, ovviamente) in serie A. Intanto il Benevento, la Spal, il Cittadella sono lì, a giocarsela. Con o senza “riflettori” accesi. E le blasonate, al buio, arrancano.
Squadra – finalmente – normale allora; il Ciro Vigorito non più il fortino inespugnabile. Insomma, siamo tornati con i piedi per terra, ma con l’assoluta consapevolezza di potercela giocare contro chiunque, almeno ad armi pari. Mancano 13 partite al termine, 39 punti in palio. Non pochi, mentre il Benevento è a +16 sulla zona calda (play-out), a +5 sull’Entella, che è la prima fuori dai play-off e che verrà nel Sannio sabato prossimo, in una sorta di scontro diretto, e a –5 dalla seconda in classifica. Se volete, a –6 dalla prima… Campionato ancora aperto quindi, nessun gioco è fatto.
Tanto per giocare con i numeri, considerando la media finora tenuta, la squadra potrebbe conquistare altri 21 punti, arrivando il 19 maggio a quota 70, più o meno… Ecco, questo dato è davvero significativo ed entusiasmante, a dir poco. Ma non deve illuderci, è solo un dato numerico, potrebbe essere difficile confermare il trend, le insidie sono sempre in agguato. Ho una certezza però: questo stesso dato inizia a preoccupare proprio i club blasonati, per intenderci, quelli accreditati per le prime posizioni di questo campionato di serie B 2016-17, e poi dei relativi play-off, che dovrebbero vincere “per forza”.
Non è inutile modestia: noi, abbiamo già vinto. Alla squadra credo non si possa imputare nulla. Se vogliamo, paghiamo qualcosina in esperienza, sul piano tecnico-tattico, perché per alcuni calciatori, come per noi tifosi, questa è stata la “prima volta” in assoluto a certi livelli. E non c’è da vergognarsi, anzi. Il Benevento Calcio è una squadra normale che fa cose straordinarie, in con una cornice di pubblico – quantitativa e qualitativa – sbalorditiva, in rapporto al numero esiguo di abitanti della città e della sua provincia. E basterebbe già questo a decretare la stagione ad oggi fallimentare (o no?) dei top club della B. Che fanno cose normali con squadre sulla carta straordinarie. Già questo avrebbe dovuto creare un minimo “dubbio”, con la necessità di rivedere il concetto di business, insito in qualche dirigente calcistico, e l’opinione di giornalai scarsamente informati. Ma forse chiedo troppo.