Sulla partita disputata dal Benevento al “Partenio-Lombardi” c’è poco da dire. La squadra ha giocato benino, con discreta personalità, a tratti con il piglio da squadra forte che vuole provare (?) a vincerla. Ma anche ad Avellino, i giallorossi hanno mostrato la solita cronica difficoltà realizzativa, con le consuete topiche. E la sconfitta, per quanto possa sembrare una punizione eccessiva, alla fine può starci tutta. Se vogliamo, facciamo tanto fumo e poco, anzi, nessun “arrosto”. Infatti, è bastata una rasoiata chirurgica di Sgarbi, quasi al tramonto della contesa, a mandarci k.o. Ed ogni sconfitta, come sempre, cancella quanto di buono ha fatto la squadra. Perché, nello sport, non basta la prestazione, ma servono i punti. La prestazione è per le pagine dei quotidiani sportivi e per le trasmissioni televisive; i punti, solo quelli, fanno classifica. Il resto sono chiacchiere. Inutili. Irritanti.
Il Benevento, scarsamente pragmatico, nella gara più attesa della stagione per svariati motivi (e non solo campanilistici), ha mandato in campo una formazione “sperimentale”. Fuori Improta per infortunio, dentro Simonetti, e poi il giovane ed inesperto Perlingieri che ha certamente grandi potenzialità (sua una palla goal importante!) ma è ancora visibilmente acerbo. Pinato, un pesce fuor d’acqua a ridosso degli attaccanti…
Evidente, più che mai, il solito disequilibrio sulla corsia mancina. Sì, perché Masciangelo è una costante di disequilibrio: attacca la sua corsia (fumosamente) ma non difende, o lo fa in maniera assolutamente inadeguata. Lasciando corridoi invitanti a qualsiasi esterno avversario, di qualunque squadra.
Pochi i rischi reali corsi dai giallorossi, diciamo un andamento “normale” considerata l’intensità del derby e il valore dell’avversaria che è una squadra di livello equivalente se non superiore al nostro.
Masciangelo, quando ha esaurito la spinta “offensiva” (eufemismo), ha iniziato a mostrarsi quale anello debole del Benevento, soprattutto in fase difensiva. Ma, incredibilmente, mister Auteri lo ha lasciato in campo, nonostante Pazienza, che aveva facilmente intuito le difficoltà dell’esterno beneventano, avesse sagacemente inserito forze fresche e muscoli proprio sulla corsia di competenza dell’esterno mancino romano. E, la sostituzione, è arrivata quando oramai era troppo tardi, a frittata già fatta.
Senza voler essere allenatori da salotto: ma inserire Terranova e spostare Pastina a sinistra (lui è mancino!) e conservare anche un buon 0-0, sarebbe stato così scandaloso? Lo avevano capito tutti, anche “i pali dell’illuminazione”, che sulla corsia mancina il Benevento stava soffrendo e traballava maledettamente. Tutti, escluso Auteri.
Cambi tardivi, mai prima dei sessanta minuti di gioco: ma cos’è, una norma federale (!) valida solo per il Benevento? E perchè non rivoltare la squadra e osare il tutto per tutto (tanto…!), facendo tutte le sostituzioni e mandando sul campo forze fresche, magari con un po’ di voglia e imprevedibilità in più? O abbiamo una panchina talmente “scarsa” (perché questo è il messaggio che passa alla fine) da non potervi attingere, anche in difficoltà?
Certo, con il senno di poi, se Pinato avesse fatto goal… Se… se… ma intanto la squadra ha perso altri 3 punti! Nelle ultime 4 gare il Benevento ha conquistato (eufemismo…) solo 2 punti sui 12 a disposizione. Nelle ultime 6, abbiamo conquistato 6 punti su 18. E questo è un cammino da (quasi) da zona playout, altro che secondo o terzo posto!
L’episodio, la sfortuna, l’imprecisione: possiamo metterci tutto a parziale giustificazione (ma a che serve?). Ma anche ad Avellino è emersa tanta ostinata testardaggine che sembra quasi presupponenza. Bisogna voltare pagina, c’è bisogno di una seria e definitiva presa d’atto da parte dello staff tecnico (Auteri in primis) e della squadra che quella intrapresa è una strada impercorribile. Se davvero si vuole provare a giocarsela nel playoff, considerando anche che di questo passo (i numeri lo dicono!) è a rischio anche il terzo posto. Con le inseguitrici che gentilmente ringraziano e gongolano.
Dulcis in fundo: il derby sugli spalti, stavolta, lo hanno vinto i nostri tifosi. Magari con qualche petardo in meno, lo avremmo vinto lo stesso…. Ma tant’é! Grazie ragazzi!