“A noi (riferito al Benevento Calcio squadra) ci mancano sempre diciannove soldi* per fare una lira“. L’ho sentita uscendo dallo stadio, sabato sera. Ovviamente ho sorriso. Perché tale detto è riferito a chi non riesce a concludere mai nulla di buono, restando insufficiente. E’ probabile che quello spettatore attempato che ha pronunciato la frase, abbia voluto estremizzare il proprio stato d’animo, nonostante la vittoria -preziosa- con il Catanzaro. Come detto, forse, sarebbe stato meglio dire “tanto fumo poco arrosto“. E allora sì, io sarei stato d’accordo.
La squadra giallorossa, infatti, gioca, corre tantissimo, ma nei sedici metri avversari conclude davvero troppo poco. Evidente è la sproporzione tra mole di gioco prodotta e goal realizzati. Un malanno, se così posso definirlo, che potrebbe cronicizzarsi e diventare poi davvero un problema. Sei goal in otto gare, media davvero bassina (0,75 goal/partita o se preferite una rete ogni 120 minuti giocati…). Questo comporta un notevole dispendio di energie psicofisiche, perché è chiaro che in campo “sentono” questa difficoltà, che diventa quasi frustrante. Oltre i mugugni (legittimi) dagli spalti, gli stessi calciatori si rendono conto del problema. Molti degli errori commessi in partita, quelli che a volte ci fanno arrabbiare, sono probabilmente il frutto della frenesia e dal dover segnare ad ogni costo. La tensione può giocare brutti scherzi anche a calciatori navigati come Campagnacci, Mazzeo, Marotta e lo stesso Cissé.
Tutto questo però non deve farci perdere di vista quanto di buono la squadra sta facendo. La crescita è evidente, con una difesa rocciosa che concede poco o nulla, un centrocampo dinamico e con tanto fosforo, buon possesso palla, brillante la condizione fisica. Il Benevento stanco e con i crampi delle prime gare non si vede più. Melara, ad esempio, che fino al triplice fischio continua a correre come un treno è la dimostrazione dell’importante lavoro atletico che Auteri ha fatto fare ai sui calciatori. In generosità e fiato, credo che questa squadra sia la migliore degli ultimi anni vista al Ciro Vigorito.
Non posso non aspettarmi che gli attaccanti finalmente si sblocchino, in una squadra che applica un modulo super-offensivo. E quando accadrà, speriamo prestissimo, ne vedremo delle belle. Ciò che mi dispiace davvero è che per questo campionato, una parte dei tifosi abbia già scelto il capro espiatorio. Dopo Evacuo, Mancosu e Alfageme, quest’anno è stato scelto Fabio Mazzeo. Oltre ogni suo errore in campo, e ne sta commettendo qualcuno di troppo, io credo che lui sia uno di quei calciatori che soffre oltremodo il momento. Un attaccante che non segna non può essere contento e tantomeno tranquillo. Va aiutato, incoraggiato. Magari, così come si fa con tutti gli altri, si manifesta il disappunto a fine gara dagli spalti e non a partita in corso. Invece il “vattene!” impera da sempre al Vigorito… Questione di mentalità e probabilmente di cultura calcistica, ma quelle non si comprano al calciomercato, purtroppo.
Domenica prossima a Caserta per un derby che si preannuncia molto interessante. Due formazione (innegabilmente) legate a filo doppio, che si giocano una posizione importante in classifica. L’imperativo per entrambe sarà non perdere, per tanti motivi. E’ uno scontro diretto e vincerlo, o perderlo, potrebbe segnare il cammino di entrambe. Lucioni e compagni non si tireranno certo indietro e andranno al Pinto a giocarsela a viso aperto. Auteri non fa calcoli, il suo credo calcistico è immutabile. Di contro, la squadra di casa giocherà con il vantaggio dell’entusiasmo dei propri tifosi e del campo amico. Mi auguro che anche sugli spalti ci sia una cornice degna di un derby d’alta classifica, Prefettura permettendo. Io non credo affatto che ci siano rischi particolari legati alla gara. Se qualcosa è accaduto nel passato è certamente dovuto alla stupidità di isolati teppisti. La partita dello corso campionato, in cui entrambe le squadre lottavano per un obiettivo importante, con lo stadio casertano quasi al limite della capienza e nessun problema di ordine pubblico, ne è la dimostrazione. Speriamo che vinca il buon senso. A Caserta per vincere, rimanendo uniti e compatti, in ogni caso. Perché uniti si vince, e solo così.
*Il soldo, derivato dal solido romano e bizantino, fu introdotto da Carlo Magno come moneta divisionaria, equivalente alla ventesima parte della lira. Divenne poi moneta reale e assunse valori diversi a seconda dei tempi e delle località. Con l’introduzione del sistema decimale divenne l’equivalente di cinque centesimi, e come tale rimase in circolazione in Italia fino alla seconda guerra mondiale.