Dulcis in fundo, ma davvero stavolta, nessuna ironia: così la vittoria ha un sapore unico! Benevento Calcio – Monopoli una di quelle partite di calcio che vorresti non finissero mai. Un concentrato di emozioni “in contrasto” che scatenano un’adrenalina difficile poi da smaltire. Di quelle che ti tengono sveglio per una notte intera, ecco. La più classica delle vittorie in “zona Cesarini“ (cliccare sul nome per leggere la storia), di quelle che, per assistervi, bisogna avere coronarie in fibra di carbonio.
Il bello e il brutto del calcio concentrati in (45+5)+(45+3)= 98 minuti di gara, intervallo escluso. Pomeriggio uggioso, campo di gioco madido di pioggia, poca gente sugli spalti, chissà, evidentemente la débâcle di Melfi ha prematuramente “brinato” un entusiasmo che quest’anno stenta a divampare. Per carità, i tifosi non hanno certo torto ad essere scettici. Le incertezze di questa estate appena passata e un avvio di campionato ad intermittenza, forse, sono troppo per chi deve ancora metabolizzare le recentissime delusioni. Non si può che prenderne atto e sperare che, proprio Lucioni e compagni riescano a far divampare di nuovo la passione e il tifo.
L’anticalcio in maglietta nera (anche se era azzurra) ci ha dimostrato ancora una volta che il concetto di professionismo in terza serie è a dir poco aleatorio. Lo è per tante (non tutte) società ma anche per l’organizzazione della Lega e per gli arbitri di categoria. Mediocrità assoluta, personaggi da psicanalisi, non c’è altra spiegazione plausibile, altrimenti siamo proprio costretti a pensare male. E di farlo siamo anche stufi. Nulla quaestio sul black-out mentale di Mucciante quando ha commesso il fallo della seconda ammonizione: ma il primo cartellino? La gestione complessiva della gara è stata da assoluta censura, una vergogna.
Dieci contro quattordici (11+3…) per -quasi- tutta la gara, i giallorossi hanno sì schiumato rabbia ma fortunatamente, escluso in alcuni comprensibili frangenti, non hanno perso la testa. L’unico ad averla persa è stato l’arbitro, insisto. E bisogna tener conto di un aspetto. Inferiorità numerica, poi lo svantaggio: anche la gestione dei cambi è stata obbligata. Marotta, ad esempio, non aveva 90 minuti nelle gambe eppure è rimasto a correre e sbuffare, fino alla fine. Certo, mancando di lucidità, sbagliando qualcosa, ma sul piano dell’impegno è stato straordinario. Così come lo è stato Melara che ha giganteggiato dalle sue parti gettando lo scompiglio tra le linee avversarie e strappando applausi con quel goal cercato e ottenuto, frutto di tutta la sacrosanta frustrazione che aveva in corpo. Tutti i giallorossi sul campo, bisogna riconoscerlo, hanno incarnato perfettamente lo stato d’animo dei (pochi) tifosi sugli spalti. E così li hanno ripagati.
Questo non vuol dire che la squadra sia stata perfetta, anzi. Troppa tensione iniziale, magari giustificata dalla necessità di dover vincere per cancellare Melfi, poi le solite “scollature” nel reparto arretrato e poca incisività offensiva. Difetti da correggere assolutamente, ma complessivamente la squadra ha girato, per quanto ha potuto. Comunque, per quanto riguarda il fronte offensivo, da sabato prossimo Gaetano Auteri avrà di nuovo disponibile Karamoko Cissé e non è poco. Per il resto, c’è sicuramente da lavorare per trovare i giusti equilibri, soprattutto in difesa.
Pochi tifosi, è un peccato. Nonostante tutto la squadra è lì e sinceramente non riesco a comprendere le tante, troppe defezioni. Non c’è una spiegazione plausibile, siamo ad inizio campionato. E’ chiaro, ognuno è liberissimo di fare ciò che vuole. Gli assenti, però, non sapranno mai cosa ha voluto dire per noi presenti il dulcis in fundo. La vittoria strappata con la rabbia, con la determinazione di volere essere più forti di tutto e di tutti. Gli assenti non hanno potuto vedere la squadra che in inferiorità numerica ha chiuso il Monopoli nella propria trequarti concedendogli solo qualche raro contropiede. Non lo capisco davvero: prima avevamo un nemico, oggi non c’è più: qual è il motivo di tanta disaffezione? I prezzi troppo alti? Lo stadio scomodo? Il freddo? Una partita persa?
A Matera, sabato prossimo in notturna, Gaetano Auteri tornerà da nemico. La squadra lucana non è partita con il piede giusto e complessivamente ha racimolato solo 5 punti, ma la rosa è di tutto rispetto. “Loro” giocano in casa e sono alla ricerca di punti pesanti, da conquistare magari proprio contro il loro ex tecnico. Il coefficiente di difficoltà credo sia più elevato di quello della gara di di Andria. Un altro esame importante per Lucioni e compagni. Un’altra partita da giocare e vivere per tutti i 90 minuti. Restando insieme, credendoci, restando uniti, tifosi (pochi ma buoni) compresi.
Perché uniti si vince, e solo così.