Era già tutto previsto (come il titolo di una bellissima canzone di Riccardo Cocciante): una sconfitta con l’Atalanta s’ipotizzava e la sconfitta è arrivata. Nulla di strano, nessun dubbio sul risultato maturato che è anche stretto per i nerazzurri, per la mole di gioco prodotta e le occasioni goal create. Troppo netto il divario tra i giallorossi e gli orobici: quella di Gasperini è una squadra di alto livello, forte e completa in tutti i reparti. E un Benevento così incerottato, considerata qualche lacuna nella rosa, poco ha potuto, pur mettendoci (come accaduto) tutta la grinta e ogni stilla di sudore.
Non bastasse il divario tecnico-tattico, nonostante il campo acquitrinoso, Iličić e compagni hanno mostrato una condizione fisica strepitosa, reattivi e con gamba per tutto l’arco della gara, con una percentuale di possesso palla del 61%, 26 tiri in porta e almeno 5 parate importanti di Montipò. Una squadra che punta a continuare il proprio cammino in Champion’s, e davvero c’era poco da opporre al loro strapotere.
Il Benevento Calcio ha come sempre speso ogni energia sul campo: poco da imputare a Glik e i suoi. Non bastasse il divario tecnico-tattico e soprattutto fisico, a scombinare i piani dei giallorossi ci sono appunto state le tante assenze. Ma sono sicuro che, anche con la squadra al completo, non ci sarebbe stata gara. Perché, considerando il terreno pesante, i nostri pesi piuma non avrebbero avuto comunque molte chance contro la squadra bergamasca.
Certo, bisognerà rivedere qualche situazione di gioco: oltre la supremazia a tutto campo dell’Atalanta, noi abbiamo concesso ripartenze e qualche distrazione di troppo nei nostri sedici metri. Atteggiamenti assolutamente da correggere.
Una sconfitta casalinga che può di certo disturbare l’umore di squadra e tifosi, ma, l’obiettivo dei ragazzi di Inzaghi non cambia. C’è una salvezza da rincorrere e raggiungere quanto prima, e quindi è inutile macerarsi nei se e nei ma pensando alla sconfitta. Bisogna ricaricare le pile e proiettarsi già alla prossima trasferta di Crotone, in uno scontro diretto che, quello sì, non si potrà assolutamente perdere.
Alcuni limiti della rosa del Benevento, come già detto, si sono palesati in maniera ancora più chiara proprio contro la Dea. Impensabile dover continuare a schierare una difesa con uomini adattati o non ancora pronti a certi livelli. Improta è stato stoico ma non è di certo un terzino. Foulon oltre la generosità mostra tanti limiti e una palese inesperienza. Maggio pur con tutta l’innegabile abnegazione non ha più (ad oggi) il passo per giocare contro avversari così di gamba. E, in attacco, ci vuole peso e soprattutto ci vogliono più centimetri. Il calciomercato è open ma oltre i consueti chiacchiericci mediatici ancora nulla si intravede all’orizzonte. Inzaghi deve fare i conti con continue e reiterate assenze che, di certo, non gli consentono di lavorare in maniera efficace.
Si spera ovviamente in una inversione di tendenza rispetto agli infortuni e ad altri contrattempi: sarebbe comunque già tanto se il tecnico piacentino potesse contare sulla piena disponibilità di tutti. È indiscutibile che la salvezza dovremo giocarcela non certo contro Atalanta, Inter o Roma, ma bensì con quelle sei/sette squadre di caratura simile alla nostra. Ma un altro piccolo sforzo la Società dovrà farlo, proprio per mettersi al sicuro rispetto all’imponderabile. In attesa, ovviamente, di Iago Falque e Viola.