Cenerentola non c’è più. Le favole si dissolvono, di solito, ai primi raggi del sole che ri-nasce, ogni giorno. Il Benevento, pare, ha smesso oramai i panni della protagonista dell’antica fiaba popolare. La squadra giallorossa non fa più notizia per estemporaneità, ma è una realtà ben consolidata nel panorama calcistico italiano e di certo lo sarà nel medio periodo anche in quello europeo. In verità, questo è ciò che da tempo aspettavamo. L’ironica simpatia iniziale verso il nostro club, soprattutto quella di tanti giornalista e di alcuni media nazionali, in verità aveva iniziato a darci fastidio, molto.
Non può esserci favola né il ben minimo sorrisino compiaciuto al cospetto di un club, il Benevento Calcio, dalla conduzione oculata ed economicamente solido, ben organizzato, con strutture e programmi seri e lungimiranti.
La squadra di Filippo Inzaghi produce numeri, oltre la già citata simpatia:
- 15 punti in 13 gare, con un media punti/gara di 1,154. La proiezione di tale dato per le 38 giornate di campionato ci porta a quasi 44 punti finali… Più di una salvezza.
- il 54% delle gare disputate ha avuto esito positivo, con 4 vittorie e 3 pareggi. Certo, ci sono ben 6 sconfitte. Ma 3 di esse sono arrivate negli scontri con Inter, Napoli e Roma. Tra le 5 più forti del campionato, mica le ultime d’Europa…
- Nelle ultime 6 gare solo una sconfitta, a Sassuolo, dove anche un pari – forse – sarebbe stato stretto ai giallorossi.
- 15 goal fatti in 13 partite, in media 1,154 a gara. Stesso numero dei punti realizzati, giocandoci un po’ potremmo affermare che ogni goal fatto equivale ad 1 punto.
- 23 goal al passivo, in media 1,77 reti subite a gara. Media alzata e stravolta senza dubbio dalle sonanti sconfitte con Inter (5), Roma (5) e Verona (3).
Potrei snocciolare tanti altri dati, ma non serve. Il Benevento c’è, è una squadra compatta, che gioca un buon calcio. Che ha abbandonato ogni timore reverenziale, e non per presunzione, ma per sempre più solida consapevolezza. Che affronta ogni avversari con lo stesso piglio, senza mai fare barricate. Non buttando mai via la palla e provando sempre a costruire gioco, facendo calcio, ed anche di buona qualità. Così come nella filosofia calcistica del suo allenatore.
Una squadra straordinariamente normale, e nessuna presunzione in noi, sia chiaro. Non siamo di certo impazziti. Semplicemente, vorremmo che il Benevento Calcio fosse considerato e rispettato per essere una squadra di serie A, che vuole provare in tutti i modi a conservare la categoria, attraverso il gioco, e facendosi – eventualmente eh! – apprezzare per le proprie qualità e non certo per altre amenità (eufemismo) che ci hanno accompagnato in un recente passato.
Il Benevento Calcio dovrà lottare e sudare e solo a campionato finito sapremo se saremo riusciti a conservare la categoria. Anche e soprattutto per questo che ci aspettiamo maggiore rispetto e la dovuta considerazione. I soldi spesi a Benevento per il football valgono quanto quelli spesi a Genova, o a Milano o in qualunque altra località d’Italia. Bisognerebbe ricordarlo ai signori dell’AIA (vero Giua e compagnia bella?), ma anche a quelli della Lega Calcio.
Ci vuole rispetto per chi investe denaro, tempo, credibilità, soprattutto in un momento di crisi economica profonda che attanaglia tutti gli sport professionistici. Pretenderlo è il minimo.
Il Benevento Calcio esiste, mangia punti agli avversari, anche a quelli più quotati, combatte, e diventa sempre più un un nemico temibile da affrontare. Altro che Cenerentola e le favole: il Ciro Vigorito sarà sempre più un tabù per chiunque.