By Eusapia Tarricone
Stiamo vivendo uno dei momenti più difficili e insicuri del nostro tempo: un virus, che abbiamo imparato a conoscere da poco tempo, il Covid 19, sta insidiando le nostre vite , le nostre abitudini, le certezze e perfino la nostra fiducia nella scienza.
I primi casi di Covid 19 si sono manifestati tra i lavoratori del mercato dell’umido di Wuhan, in Cina, nel Gennaio di quest’anno, dove molti di essi manifestavano strane polmoniti causate da un nuovo agente patogeno, individuato poi come “coronavirus” che generava una malattia poi classificata e riconosciuta in tutto il mondo con il nome di COVID-19.
L’aumento dei casi, già da gennaio di quest’anno , ha portato la Cina a decidere e mettere in pratica restrizioni sui viaggi, su spostamenti di qualsiasi genere da e per il Paese asiatico quarantene e coprifuoco al proprio interno. Purtroppo tali misure non sono state sufficienti ad arginare l’epidemia in quel paese e, ben presto, il Covid ha raggiunto tutto il mondo divenendo una inarrestabile Pandemia, Italia in testa che ha subito migliaia di morti e che è stata costretta agli interminabili 69 giorni del lockdown, dal 9 marzo al 18 maggio 2020.
Dopo il periodo estivo, nel quale era sembrato che la situazione generale di contagio fosse ridimensionata con la circolazione delle persone tornata ad essere quasi normale, il Covid ha ripreso a correre per il nostro paese e nel mondo, specie in Europa, portando ad una recrudescenza della pandemia che ha originato una generale sensazione di paura, diventata ormai compagna opprimente delle nostre vite.
La paura e l’angoscia di un presente che non ci permette di immaginare un futuro ormai ci accompagnano in ogni gesto della nostra quotidianità, una paura che non è solo quella di contrarre la malattia, ma anche quella di non sapere cosa accadrà domani, come e se saremo in grado di gestire le nostre necessità, da quelle affettive a quelle altrettanto importanti della sussistenza economica.
Si potrebbe concepire una storia della paura anche attraverso i modi in cui, nei secoli, l’uomo avuto paura: modi sempre diversi, ma sempre comunque significativi della nostra vita. Le “rogazioni” ad esempio, quelle antiche preghiere propiziatorie per le seminagioni, praticate in tutte le civiltà e religioni del mondo, si concludevano con l’invocazione di liberare i supplici dalla folgore, dalla grandine, dalla tempesta, dalla peste, dalla fame e dalla guerra.
La contemporaneità ha prodotto nuove paure che potremmo definire “imprevedibili”, da quelle puramente individuali a quelle sociali e politiche o altre come quelle legate al predominio della tecnica, della scienza, dell’economia, in una infinita gamma di possibilità che hanno spalancato scenari sempre temibili, ma comunque interpretabili e intelligibili.
Quando la paura diventa invece indefinibile nei confronti di chi o cosa non possiamo o sappiamo comprendere e/o interpretare, vedi la diffusione del Covid 19, essa diventa “paura assoluta” o esperienza dell’indeterminato, per usare una definizione del filosofo Hegel, una esperienza che deve però diventare momento costitutivo della nostra esistenza, diversamente essa finisce con l’alimentare una “pulsione di morte” o “thanatos” che distrugge oltre che il nostro presente, anche il possibile futuro.
Da questa situazione nasce la necessità di cercare un rimedio alla pandemia, ma quale può essere il modo giusto? Ignorare o sottovalutare il fenomeno pandemico, come sta accadendo negli USA per bocca del Presidente Trump, non rappresenta la giusta strada, per questo motivo i governi europei e del resto del mondo hanno individuato il modello verso la protezione dal flagello virale in periodi di lockdown , ovvero misure di confinamento o di blocco che hanno fermato la circolazione delle persone, ma hanno anche bloccato ogni economia, con tutte le conseguenze che tale fermo ha prodotto in termini di fermo del lavoro e dunque anche di introiti per i lavoratori oltre che dei diritti di circolazione personali.
Alla luce di tanto, i “lockdown” dunque possono avere durata minima, il loro prosieguo indeterminato implicherebbe infatti la fine non solo del modello economico che caratterizza il nostro mondo, ma anche delle libertà delle persone e della costituzionalità del provvedimento adottato. Tuttavia l’innalzamento del numero dei contagi nelle ultime ore sta portando diverse istituzioni, regionali e locali, a scegliere di utilizzare un nuovo lockdown nella speranza di contenere il contagio.
Il Covid 19 è stato visto inoltre da alcuni, in modo strumentale, infatti quanto più il coronavirus si rivela in tutta la sua pericolosità, tanto più le religioni, cattoliche e musulmane, divengono superstizioni. Per alcune esso è lo strumento di punizione nei confronti dei gay, per altre è una punizione di Allah nei confronti dei cinesi e le loro “atrocità”, solo per citarne alcune Questa commistione di paura, superstizione e pseudo religione produce incontrollabili reazioni nelle menti poco stabili di tanti esaltati. Ne è un esempio recente l’efferata eliminazione del professore francese Samuel Paty, venduto al killer da alcuni dei suoi stessi alunni per una somma di 350 euro, secondo quanto emerge dalle indagini, ucciso e decapitato da un estremista islamico per aver mostrato in classe delle vignette satiriche su Maometto.
Negli ultimi giorni la chiusura degli esercizi commerciali non essenziali, piscine, stadi, palestre, scuole, decisa dagli ultimi DPCM del nostro governo, hanno prodotto inoltre numerose proteste di piazza in molte città del paese, anche queste, pur legittime in democrazia e figlie del bisogno, hanno finito con l’essere strumentalizzate da forze malavitose e pseudo politiche diventando “attacchi eversivi” nei confronti della democrazia.
Difficile, in questo momento di pericolo per la salute pubblica, la convivenza nel nostro paese tra governo e le opposizioni che, pur chiedendo legittimamente di essere coinvolte nelle decisioni anti coronavirus, troppo spesso strizzano l’occhio alle proteste di piazza alimentando lo scontento per fini puramente politici.
Come finirà questo momento critico? Nessuno può saperlo. Certo è che solo la collaborazione fra le Istituzioni e tutti cittadini, accomunati nel rispetto di norme generali e di salute, e il rispetto fra essi può essere l’unica strada percorribile per vincere la paura scatenata dal mostro Covid 19, anche perché sia il giudizio di coloro che sono governati che quello della Storia sono impietosi.