
Arturo Ciullo
Riapre i battenti il Ciro Vigorito per l’esordio casalingo contro la corazzata Inter di Antonio Conte.
La vittoria di Genova contro la Sampdoria e l’esordio stagionale tra le mura amiche avevano infiammato l’ambiente, ed al cospetto dei 1000 “fortunati” presenti allo stadio, la Strega sognava di fare lo “sgambetto“ ad una seria candidata allo scudetto.
La gara, che ha evidenziato la differenza tecnica tra le due squadre, è terminata con un roboante 5 a 2 per i nerazzurri. Denso di appunti il taccuino di Mister Inzaghi sui quali egli, ed il suo staff, avranno modo di ragionare al fine di apportare gli opportuni correttivi.
Si dirà: non è certo contro una “grande“ come l’Inter che era lecito attendersi di fare risultato (basti pensare al calibro dei giocatori nerazzurri subentrati ai compagni nel secondo tempo), ma è indubbio che la partita contro la forte compagine meneghina avrebbe rappresentato un test importante per saggiare la condizione fisica e mentale, oltre che tecnica, degli uomini di Inzaghi.
Rispetto alla gara precedente, “Superpippo” conferma, in partenza, l’identico schieramento tattico ad albero di Natale, con due novità sulla linea difensiva, Maggio in esterno a destra al posto di Letizia e Barba al lato opposto in luogo del belga Foulon.
Neanche un giro di lancette e la Strega capitola già al primo affondo interista, grazie ad una rete del gigante Lukaku, che sfrutta un’incursione sull’out di destra. Troppo presto per non condizionare fin da subito la partita. Nei successivi trenta minuti l’Inter va ancora in gol per altre due volte, archiviando, di fatto, il match a proprio favore.
Il Benevento, nonostante il divario tecnico, ha giocato con personalità, confermando le sue caratteristiche e ciò rappresenta, comunque, un aspetto positivo. Al di là dei (tanti) errori gratuiti, individuali e di reparto, la squadra ha cercato di proporre calcio iniziando le azioni da dietro anche se ciò, a volte, può rappresentare un azzardo, specie quando il “gap” tecnico tra le due squadre è significativo.
Altro aspetto positivo, è la “pressione alta” esercitata nei primi venti minuti di gioco, che ha comunque creato delle serie difficoltà agli uomini di Conte. La manovra è, inoltre, apparsa abbastanza fluida, segno evidente che la squadra ha in serbo la giusta personalità per imporre i propri principi di gioco.
E’ opportuno segnalare che sono ancora molti gli aspetti su cui lavorare. Una su tutte, la non felice gestione tecnica dell’inizio dell’azione. Per la seconda volta in due partite il portiere ha commesso un grave errore in fase di appoggio, regalando di fatto una facile segnatura alla squadra avversaria.
Per quasi tutto il primo tempo la squadra ha sofferto in maniera evidente i cambi di gioco, tanto che gli esterni nerazzurri hanno imperversato creando non poche difficoltà, in particolare sul lato destro della difesa sannita. Ma entrambi gli esterni di difesa sono apparsi in forte difficoltà sulle incursioni interiste.
I reparti, come già evidenziato la scorsa settimana, devono registrare i meccanismi e le sinergie, specie tra le due linee in fase difensiva, laddove è evidente che, rispetto al campionato precedente, qualcosa non funzioni a dovere. A parziale scusante c’è l’innesto di tre nuovi elementi rispetto allo scorso anno (Glik, Ionita e Dabo) che devono evidentemente ancora ben integrarsi nei meccanismi. Non ultimo, poi, l’adattamento di Barba sull’esterno basso sinistro, il quale ha sofferto, fin quando è stato in campo, la dinamicità di un Hakimi praticamente imprendibile.
Altra scusante: Mister Inzaghi non ha ancora a disposizione tutti i nuovi giocatori acquistati per poter vedere all’opera la sua “squadra tipo“. Con l’organico al completo egli saprà certamente trovare la giusta quadratura del cerchio
Di positivo resta, comunque, la continua ricerca del gol. Non sono affatto da sottovalutare le due reti segnate ad una squadra nettamente più forte, oltre al palo colpito ed alle varie occasioni sprecate.
Questo il mio personale giudizio sui partecipanti alla gara :
Montipò (voto 5). Apparso incerto in alcune occasioni. Macchia l’esordio casalingo con un altro grave errore in fase di impostazione della manovra. I primi minuti di una gara sono sempre molto importanti; è soprattutto in quella fase, al di là di quelli che possano essere i dettami tattici, che occorre essere razionali, sicuri e dare certezze al reparto.
Maggio ( voto 5). Esordio stagionale per il capitano giallorosso. In difficoltà perché è costantemente in inferiorità numerica sulla sua corsia. Da migliorare la sinergia con i compagni dei reparti difesa e centrocampo.
Barba ( voto 5). Schierato a sinistra, non tiene il passo dei suoi avversari già dal primo minuto. Esce per un problema fisico. Evidente come non sia al meglio della condizione.
Glik ( voto 5,5). Ancora in difficoltà, per una linea difensiva non ancora perfettamente oleata. C’è bisogno della sua esperienza e della sua carica agonistica nelle gare che contano. C’è ancora molto da lavorare.
Caldirola ( voto 5,5). Prestazione di rispetto ma “balbetta“ anche lui quando la linea di difesa si trova sotto pressione. L’impressione è che il centrocampo non garantisca la giusta copertura al cospetto di squadre che cercano costantemente la superiorità numerica sugli esterni ed effettuano continui “tagli”.
Schiattarella ( voto 5;5). Ha cercato di arginare la manovra e di costruire gioco. Ha, però, sofferto la dinamicità orizzontatale di Sensi, che lo costringeva spesso a seguirlo. Il trio di centrocampo non esalta, al momento, le sue caratteristiche in entrambe le fasi.
Dabo (voto 6). Decisamente molto meglio della prima gara. Conferma la buona personalità e mette a disposizione centimetri e forza fisica.
Ionita (voto 5). Come a Genova, sembra ancora in ritardo. Non è stato ancora possibile capire il suo compito e apprezzare le sue caratteristiche.
Insigne (voto 5). Meno incisivo rispetto alla partita d’esordio. Tiene impegnato alto Kolarov, ma non riesce quasi mai a creare superiorità. Non uno spunto degno di nota.
Caprari (voto 6,5). Buona dinamicità sull’out di sinistra e una migliore condizione fisica. Segna una doppietta che gli darà fiducia per una futura crescita tecnica e tattica.
Moncini (voto 6) altra gara di sacrificio. Colpisce anche un palo e mette a disposizione la sua fisicità tenendo impegnato il duo difensivo interista. Nell’unica occasione capitatagli, manifesta ancora il solito limite, per il quale mi espressi la scorsa settimana.
Subentrati:
Letizia (voto 5). Peccato per l’errore sulla terza rete subita nata sopratutto perché non è ancora pronto. Per il resto ha provato a spingere e a dare il suo apporto.
Foulon (voto 6). Entra a partita già compromessa, ma dà il suo prezioso apporto in maniera pulita e diligente. Timbra il suo cartellino con una prestazione di personalità e di tutto rispetto.
Tuia (voto 5,5). Chiamato in causa per la variazione della linea difensiva da 4 a 5 uomini e per limitare la sofferenza sugli esterni, dà il suo contributo come sempre.
Hetemaj (s.v. ). A mio personale giudizio, non rinuncerei in questa fase alla sua dinamicità e alla sua cattiveria agonistica. Resta un elemento molto importante per fare filtro davanti alla difesa sopratutto in gare come queste.
Lapadula (s.v. ). Si presenta all’esordio casalingo ed ha immediatamente l’occasione per accorciare le distanze, ma non riesce a saltare il portiere nerazzurro. Da rivedere in una migliore condizione.
Inzaghi (voto 5,5). Ad uno come lui, che ha nella solidità difensiva un punto fermo, aver subito cinque reti non deve aver fatto molto piacere. Sa perfettamente che la sua squadra è ancora da costruire. Dovrà lavorare parecchio per migliorare e consolidare le sinergie tra i reparti, in modo che la squadra possa mostrare un’identità più spiccata ed intraprendente.
In compenso, però, preferisco verificare le cose positive sulle quali bisogna lavorare. Come evidenziato, la squadra, nonostante avesse subito troppo presto tre reti, ha continuato a giocare.
Forza strega 91!