Mi sono preso il tempo giusto (troppo, lo so) per evitare di esaltarmi oltremodo. Un sabato pomeriggio da ricordare, con la corazzata Hellas Verona sconfitta senza appelli dal “piccolo” Benevento Calcio. Il calcio è così: poco importa quanto blasone hai, non conta l’organico eccellente o la spaventosamente grande ambizione di stravincere questo campionato. Bisogna sempre fare i conti con l’avversaria di turno e con la sua fame, che a volte può tramutarsi in un’arma letale. E così è stato. Vittoria, altri 3 punti in classifica (7 in 3 gare, media 2,333) nel cammino verso la salvezza.
Il Benevento mi ha fatto una buonissima impressione, oltre ogni tentativo mediatico-veneto-satellitare di sminuirne i meriti, sol perché gli scaligeri hanno giocato ottantaquattro minuti (più recupero) in dieci contro undici. Purtroppo per loro, anche questo è il calcio, e chi sbaglia paga. Noi ne sappiamo qualcosa… Eppoi il Verona ha giocato molto bene anche in inferiorità numerica, mostrando grande qualità e palleggio da serie superiore, con individualità di elevata caratura a fare la differenza, non posso certo negarlo. Onore e merito ai vinti, e mi riferisco alla squadra, sia chiaro.
Ma, è chiaro, il Ciro Vigorito ha fatto ampiamente la sua parte: probabilmente gli ospiti hanno sottovalutato – fortuna nostra! – il fatto che noi giocassimo in casa, in uno stadio costruito solo per il calcio, e con diecimila voci ad incitare e spingere i propri beniamini. Poco importa chi sia l’avversario, a Benevento si giocherà sempre contro 12, e non è roba da poco “quell’uomo” in più.
Buona complessivamente la prestazione di Fabio Lucioni e compagni. Quasi all’arma bianca la lotta tra la nostra difesa e gli attaccanti gialloblu. Qualche sbavatura evidente di Padella, l’evidente difficoltà di Lopez e Venuti, che hanno dovuto fatto “gli straordinari” per limitare i vari dirimpettai, e la porta di Cragno è rimasta immacolata. Se vogliamo, qualcosina da registrare nella squadra è proprio nella fase difensiva, soprattutto in uscita.
Il gigante d’ebano Chibsah è cresciuto ancora e sta dimostrandosi un cattura-palloni davvero implacabile nell’applicazione. Meno bravo In palleggio, ma sul piano fisico è un baluardo insuperabile. Buzzegoli in cabina di regìa ha fatto molto bene, dimostrando grande tecnica e visione di gioco di primissimo ordine. Una bella scoperta davvero, l’ex novarese.
Il raparto avanzato sugli scudi: prestazione di sostanza e grande intelligenza tattica quella di Ceravolo, che ha fatto un lavoro abnorme per spianare la strada al micidiale duo Falco – Ciciretti, oltre al sempre incisivo Melara, uscito anzitempo per un infortunio. Buono l’impatto sulla gara anche dei subentrati Jakimovski, De Falco e Cissé.
La squadra ha mostrato ancora notevoli progressi: cresce l’intesa e anche la condizione fisica di alcuni degli uomini chiave, a beneficio del gioco e degli equilibri tecnico – tattici. Certo, c’è tanto ancora da fare e bisognerebbe studiare qualche accorgimento per scongiurare la fine dell’effetto sorpresa. Ma Baroni avrà di certo studiato valide alternative di gioco, considerando anche l’organico di prim’ordine che ha a disposizione.
Onore e merito ai vinti, ho scritto riferendomi alla squadra di Pecchia. Assoluto indifferenza e commiserazione per quel manipolo di pseudo – tifosi che hanno – ahimé – occupato il settore ospiti del nostro stadio. Grande sfoggio degli oramai desueti cori discriminatori “razzistici” ululati tra un cicchetto e l’altro contro il pubblico Sannita. Per fortuna pochi si sono realmente indignati, forse i più giovani. Ma non poteva essere altrimenti. Noi, siamo un Popolo che ha una Storia ricca di tutto, che si perde nei millenni. Ricca soprattutto di grande Civiltà e senso dell’ospitalità. Loro, invece, figli e nipoti dei contadini che per qualche secolo sono stati la manovalanza dell’Impero austro – ungarico. Ignoranza e sottocultura da esportazione, ne sono ricchi, e di tale degrado culturale piastrellano il bordo – piscina del villone fuori città… I Sanniti non hanno raccattato le provocazione: troppo in alto noi, troppo in basso loro, un esercizio inutile piegare la schiena per nulla. Con il rischio di sporcarsi le mani, poi. No comment sul Giudice Sportivo che ha glissato… Potenza (stavolta sì) del blasone, evidentemente.
Prossima gara a Latina: campo difficile, avversaria che non ha iniziato benissimo con due sconfitte e un pari all’attivo. Ma le insidie ci sono tutte e quella neroazzura è una buonissima squadra, con calciatori (Dellafiore, Scaglia, Acosty, Brosco) davvero interessanti. Al Francioni, sabato prossimo, il Benevento è chiamato a fare una prestazione importante, con la massima concentrazione, contro la squadra di casa che farà di tutto per conquistare i primi tre punti-vittoria del campionato.