La festa è davvero finita. Rimettere i piedi a terra, per la maggior parte di noi, tifosi e addetti ai lavori, sta diventando ogni giorno di più difficile, per certi aspetti inaccettabile. La vicenda della rescissione contrattuale di Gaetano Auteri, se vogliamo, è stato il fiammifero gettato nella benzina, e così improvvisamente è divampata, esplodendo, la fiamma della contestazione. Che per adesso, per fortuna, è solo mediatica. Ma è preventivabile un escalation, perché non c’è alcun presupposto di chiarezza. O peggio, sembra che il percorso intrapreso si faccia sempre più difficile e pericoloso. E non porta da nessuna parte, se non nel baratro.
Basta. Credo che sia il momento di sgombrare la piazza da ogni possibile dubbio o paura. E’ quanto mai necessario che, ognuno, nell’ambito delle proprie responsabilità e competenze, faccia un passo indietro e poi si proponga per un indispensabile chiarimento.
Personalmente ho sempre avuto pieno rispetto per chi ci mette l’impegno e la faccia (oltre che i soldi), in qualsiasi attività. E questo vale anche per il Dottor Fabrizio Pallotta. Il mio approccio con il Benevento è sempre stato propositivo, perché credo nella collaborazione fattiva, ognuno nel suo piccolo può e deve sempre cercare di dare una mano, per quanto può, nell’interesse comune. Ed è proprio l’interesse comune che adesso è preminente su tutto: ha un nome, è Benevento Calcio. Non servono personalismi, “l’avevo detto” o “lo sapevo” non sono soluzioni. L’unica soluzione possibile, e non vedo alternative, è quello che l’attuale Proprietà, (e non m’interessa più chi o dove sia la sede di comando…), faccia immediatamente chiarezza. Non è più pensabile un rinvio, un tentennamento o peggio, l’ignorare il diffuso e crescente malumore dei tifosi.
Ciò che sta accadendo nell’ambiente giallorosso non è più trascurabile. I tifosi, tutti, anche quelli che ahimè contestano a prescindere, meritano sempre il massimo rispetto. Non si può minimamente pensare di speculare (o semplicemente giocare…) con la loro passione.
Non è più possibile apprendere le notizie proprie della Società attraverso le voci dei bar, i si dice o i tantissimi millantatori e tuttologi. Io credo che alla base di questo enorme equivoco che genera una pericolosa incomprensione ci sia proprio la mancanza di una comunicazione efficace tra il Benevento Calcio e l’ambiente, tifosi compresi. Non esiste una corretta e chiara informazione su ciò che accade. Il sito ufficiale langue da anni in uno stato di semi-paralisi, se non per i soliti scarni e non esaustivi comunicati. Che poi vengono rielaborati e interpretati secondo il grado di comprensione di chi lo ripubblica a sua volta… Quella che parte come A, spesso arriva come Z.
Nessuno è obbligato a farlo, sia chiaro, ognuno poi ha il proprio modus operandi e a quello rigidamente si attiene. Ci sono notizie che probabilmente non possono e non devono essere diffuse, e anche su questo potrei essere d’accordo.
Ma rispetto a certe voci, a talune reiterate (e amplificate) accuse non si può rimanere in silenzio. Colpevolmente. Credo che sia quasi un obbligo, per chi di dovere, e una volta per tutte, mettere in chiaro la propria estraneità rispetto ad accuse denigratorie, oramai neppure tanto più velate, che sono diventate di dominio pubblico e a carattere nazionale. A maggior ragione se, come tutti ci auguriamo, fosse solo menzogne.
La Società ha pagato tutti gli stipendi? Quali e quanti sono i debiti insostenibili che attualmente gravano sulle casse societarie? Si è in grado di ottemperare alle richieste (economiche) della Lega di B per l’iscrizione al prossimo campionato? Quale penalizzazione si rischia relativamente alle “voci preoccupanti” sull’ultima gestione? Come mai questo lungo silenzio, che dura dall’inizio di maggio? Come mai Gaetano Auteri ha potuto fare certe dichiarazioni senza essere “puntualmente” smentito se non con flebili dichiarazioni di circostanza? E’ arrivato già il parere della CoVisoc? E’ realmente in condizioni la Società di affrontare il calciomercato?
Tante domande, troppi (fondati?) dubbi, il silenzio, come scelta di linea, che invece non fa altro che peggiorare (e paradossalmente amplificare) la preoccupazione di tutto l’ambiente, e che non lascia presagire nulla di buono. E’ inimmaginabile, ammesso che le cose continuino così, approcciarsi ad un campionato importante come quello di serie B, con una piazza spaccata e una tifoseria giustificatamente “contro“. Questo sarebbe un errore gravissimo e imperdonabile. E le conseguenze potrebbero essere devastanti.
La Proprietà deve fare chiarezza, subito. Io pretendo rispetto per i tifosi e per quel patrimonio (non solo morale) di tutti che è il Benevento Calcio. A questo punto non può più trincerarsi dietro una inutile e deleteria riservatezza. E spero davvero che non sia ottusa non curanza. La Proprietà deve , perché ha rilevato una società a costo ZERO ed è stata sovvenzionata con soldi che il main sponsor ha versato nelle casse sociali per amore della Città e della sua gente. E mi auguro, nonostante sia un ulteriore evento negativo, che lo stesso main sponsor, l’Avvocato Oreste Vigorito, rescinda il contratto in essere in caso di perdurante “silenzio”, nel pieno rispetto proprio di quella squadra che ama e della gente che ha sempre creduto il lui.
Io sarò sempre accanto a chi vuole fare, concretamente, per il calcio o in altre attività. Ma sarò sempre il nemico di chi, nel caso, vuole speculare su passione e sentimenti popolari. C’è tutto il tempo e il modo per spazzare via ogni (presunta? Lo spero!) illazione e ripartire con nuovi stimoli e, speriamo, ritrovato entusiasmo. Uniti, con lo stesso spirito di collaborazione. Ma se le idee o gli intenti dovessero essere altri, invito (e consiglio) alla Proprietà di lasciare tutto e andare via, da subito. Sarebbe anche questa una concreta e lodevole dimostrazione di serietà e lungimiranza.