E’ tanto che non scrivo di calcio. Fortunatamente (per modo di dire), è andato tutto più che bene. Il sogno, mio e di tutti, da sempre cullato, è diventato realtà. La gioia -sportiva- immensa, per chiunque abbia a cuore le sorti dei giallorossi. Quindi, di argomenti da trattare o di inutili polemiche, non ne vedo la necessità. Sarebbe davvero tempo perso…
Naturale che, dallo scorso trenta aprile, dall’ora dei vespri, sia subentrato un certo appagamento: io credo che, ognuno di noi, abbia finalmente tirato un lunghissimo e profondo sospiro di sollievo. I festeggiamenti non sono ancora conclusi, questa primavera, meteorologicamente tanto birichina, ci regala ancora tanto vento e le bandiere, ovunque in città ma anche (finalmente!) in Provincia, sventolano costantemente rinnovandoci ogni istante il ricordo freschissimo di una vittoria epocale.
Pensandoci, però, mi verrebbe quasi la voglia di levarmi qualche sassolino dalle scarpe. Da agosto scorso ne abbiamo lette, viste e ascoltate di tutti i colori… E dall’inizio del girone di ritorno, il respiro affannoso (o rantolo?) di chi vanamente ci inseguiva s’è trasformato, domenica dopo domenica, in un fastidioso rumore di sottofondo… Tante boutade, tantissime le cattiverie e le dichiarazioni che, in alcuni casi, hanno sfiorato la calunnia nei nostri confronti. Impossibile dimenticare ciò che è stato scritto a Lecce, a Foggia, nella stessa vicina Caserta o “stranamente” a Castellammare… E un pensierino va anche a qualche telecronista sportivo, sicuramente frustrato e con il dente avvelenato, chissà per quale motivo. Forse per una panchina appena intravista e di certo mai meritata, considerando che ha preferito cambiare mestiere… Non voglio davvero aggiungere altro. Il potere logora chi non ce l’ha, come argutamente ripeteva il senatore Giulio Andreotti. Logora tutti, nessuno escluso.
Ma lo stesso discorso vale per molti nostri concittadini che, negli anni, hanno sempre e puntualmente emesso sentenze, sputato veleno, accusato società e squadra di non volere fare il salto di categoria. Una lunghissima e fantasiosa sequela di strampalate teorie accusatorie, che hanno iniziato a perdere di credibilità (per poi essere definitivamente smontate) da quando una “Giustizia” ingiustificatamente tardiva ha iniziato a fare luce su quanto accaduto, a nostro danno, negli anni passati, sui campi della terza serie. I tantissimi pseudo-tifosi “so tutto io” sono stati i primi a festeggiare, a inneggiare squadra e anche la società, a risultato acquisito… E chissenefrega della coerenza.
Non parliamo poi della classe politica e dirigente beneventana. Appena si è compreso che qualcosa d’importante stava accadendo, ecco, d’incanto, balzare sul famigerato “carro dei vincitori” quasi tutti (le eccezioni per fortuna ci sono) i nostri rappresentanti, eletti e operanti nelle varie istituzioni. Senza un briciolo di pudore. Vorrei capire dove sono stati fino a qualche settimana fa.
Vorrei capire dov’erano quando, negli anni, siamo stati più volte derubati, calpestati, umiliati. E dov’erano, per esempio, quando il Benevento Calcio è dovuto emigrare a Paduli per trovare un campo d’allenamento decente, tra l’altro ristrutturato a proprie spese. E vorrei capire, sempre per esempio, perché il Campo Avellola (che il Benevento Calcio con apposita convenzione, avrebbe potuto ristrutturare a proprie spese) è diventato un affare di stato, ed è meglio che rimanga chiuso: dov’erano e, in ogni caso, dove sono finiti, dopo le sfilate, e cosa hanno fatto di “nuovo”, a tutt’oggi? Credo nulla.
Per non parlare del fatto che c’è una convenzione da rinnovare per la concessione di stadio e antistadio, atto burocratico indispensabile perché la squadra e il settore giovanile possano svolgere, anche se al minimo e con grande difficoltà, le proprie attività. Una convenzione indispensabile perché la Società possa apportare qualche necessario ammodernamento ad alcuni servizi dello stesso stadio (spogliatoi, area stampa etc.). E senza una convezione, non credo che si possa sperare che una Società di calcio investa soldi per adeguare e rendere più funzionale una struttura che, in teoria, potrebbe vedersi non assegnata per la gestione. Lo stadio sarà il salotto buono di un’intera Provincia, nel quale accoglieremo stampa e tifosi di tutta la Nazione. Ma forse ai nostri amministratori questo non interessa, tanto la passerella l’hanno già fatta.
Io spero che prevalga il buon senso e la lungimiranza, soprattutto di coloro che, a breve, s’accingeranno a governare la città. Il calcio, già quello di serie B che entra con le tv satellitari in ogni casa d’Italia ma anche fuori dai nostri confini, può trasformarsi in un concreto volano di sviluppo e pubblicità turistica, ma a patto che s’investa e si mettano in condizione gli operatori del settore di lavorare nel miglior modo possibile. Con la fattiva collaborazione delle amministrazioni.
Non ho scritto di calcio e me ne scuso. Ma io penso che ci sia tanto da fare e il tempo non è proprio alleato, considerando le “normali” difficoltà burocratiche, le elezioni di giugno e tutte le possibili lungaggini e gli immaginabili intoppi. A fine agosto inizierà una nuova e suggestiva avventura, non soltanto sportiva, per la nostra Comunità. Il nostro futuro, per adesso calcistico, è già iniziato, non possiamo farci trovare impreparati, sarebbe imperdonabile e deleterio. Di pezze, in tv, quelle messe per ricoprire le buche “preistoriche” sulle strade della nostra Città, ne abbiamo mostrate già troppe.