Ad animare le conversazioni di questo periodo, per i tifosi giallorossi, non sono soltanto i risultati della squadra. Bilancio rapido: 4 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte, in totale 15 punti conquistati ma 14 quelli in classifica, considerata la prevista penalizzazione (-1) arrivata per la questione fideiussione.
Le sconfitte, la prima quasi umiliante a Melfi e la seconda bruciante, nello “scontro diretto” con la Casertana. Quest’anno, però, si è partiti senza proclami, con l’obiettivo di fare quanto meglio e possibile. Quindi, nessuna promozioni a tutti i costi, ma un nuovo progetto tecnico-societario con scadenza (?) biennale.
La Casertana, già, teniamone conto. Ogni giorno di più a tenere banco nelle discussioni, non soltanto tra i tifosi ma anche tra gli addetti ai lavori, c’è l’enigma società. Se di enigma si tratta. Il Benevento Calcio è presieduto dal Dott. Fabrizio Pallotta, a rappresentare la famiglia Fabbrocini che è ufficialmente proprietaria della società. Ma la presenza o l’ombra, se volete, di Giovanni Lombardi, ex patron della Casertana, è sempre più evidente pur se, di fatto, non c’è (e nemmeno potrebbe esserci) nulla che “certifichi” quella che è soltanto la sensazione (virale) di tutto l’ambiente calcistico sannita. Ma se ci fosse davvero lui dietro al Benevento Calcio? Chiedersi il perché, in questo caso, sarebbe quasi un obbligo.
La travagliata vicenda legata alla “questione cessione” della società negli scorsi mesi di giugno e luglio, sembra allora non essersi mai conclusa. I primi giorni dopo la dichiarazione di disimpegno dell’Avvocato Oreste Vigorito, furono un susseguirsi di voci, illazioni e previsioni catastrofistiche sul futuro della squadra giallorossa. E probabilmente nelle primissime ore c’è stato davvero un momento zero per il calcio a Benevento, almeno per quanto riguarda la Lega Pro. Successivamente, il ripensamento della proprietà e la decisione di organizzare “sotto traccia” un futuro almeno dignitoso per il club. Poi, la storia ufficiale, quella che conosciamo. Con un unico dubbio (non nuovo) che assale: ma quale interesse poteva avere mai il Dott. Pallotta a prendersi la briga della gestione di una società di calcio?
Ovviamente non c’ alcun legame tra questo e i risultati della squadra (che comunque non sono da buttare via). O, almeno, io spero davvero che sia così. Ma è chiaro che, se Lombardi con il Benevento c’entra qualcosa, anche indirettamente, allora sono sacrosanti i mugugni dei tifosi. Perché se è anche vero che la Casertana è ancora negli interessi dell’imprenditore di Scafati, allora un minimo di conflitto si crea. E questo genera molto malumore, inevitabili dissapori e scontate maldicenze. Occorre allora sgombrare ogni dubbio e spazzare via le illazioni. Casertana e Benevento potrebbero trovarsi a lottare per lo stesso obiettivo anche nel prosieguo del campionato e certe voci (che tali ad oggi rimangono…) non fanno altro che guastare i rispettivi ambienti, in Terra di Lavoro e nel Sannio.
Massimo rispetto per chi ancora ci consente di vedere calcio a Benevento, chiunque esso sia. Il grazie, sentito, è d’obbligo. Poi, che arrivi la promozione, o una salvezza all’ultima giornata, conta relativamente. Il pubblico sannita è abituato a lottare, a soffrire, a non fare più programmi. E’ vero che, negli ultimi nove anni, ci eravamo abituati a non avere più troppe preoccupazioni. Solo i risultati purtroppo, non sono arrivati. Ma è altrettanto vero che questo pubblico oramai non crede più a nulla. E non si fida più di nessuno. Troppe ferite aperte. E, l’effetto peggiore, è stato che i tifosi non riescono neppure più ad affezionarsi a squadra e calciatori. Figuriamoci poi ad una società, se già nel vox populi il Benevento sarebbe una dependance della Casertana. E per altri, i falchetti succubi delle streghe. Inimmaginabile, inconcepibile. Inoltre, federalmente non sarebbe possibile essere proprietari di due società (salvo eccezioni capitoline…). Quindi, almeno sul piano burocratico, questo ci dovrebbe lasciare tranquilli.
I tifosi meritano rispetto, lo merita anche la città e la sua provincia. Lo stesso rispetto che meritano, sia chiaro, Fabrizio Pallotta o Giovanni Lombardi. E allora, che si faccia chiarezza, una volta per tutte.