Sono cifre importanti quelle esposte da Linda Laura Sabbadini, direttore del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’ISTAT, in occasione di un’audizione in Commissione Lavoro della Camera. Infatti, sarebbero quasi 2.000.000 i lavoratori della fascia di età che va dai 58 ai 63 anni che appartengono alla platea dei potenziali destinatari delle misure in cantiere sulla flessibilità in uscita verso la pensione.
La Sabbadini ha precisato che di questi, circa 1.400.000 sono uomini. Inoltre all’interno di questa fascia d’età è cresciuto il numero di coloro che si sono messi a cercare un impiego, cosa che ha fatto aumentare il tasso di disoccupazione. “Tra le persone di 58-63 anni, peraltro, è aumentato il numero di persone in cerca di lavoro, 111 mila disoccupati nel secondo trimestre 2015, e il tasso di disoccupazione è quasi raddoppiato (da 3,0% a 5,3% tra il secondo trimestre 2008 e il secondo del 2015)”, le sue parole. Sempre secondo i dati ISTAT, nel 2015 il 52,8% delle donne percepisce assegni pensionistici mensili al di sotto dei 1.000 euro, una percentuale decisamente superiore a quella degli uomini: solo un terzo di loro ha una pensione sotto quella cifra.
La Sabbadini ha sottolineato come il 30% per cento delle donne sia costretta a lasciare il proprio lavoro dopo la nascita di un figlio e che i percorsi lavorativi delle donne siano spesso atipici: solo il 61,5% delle donne ha avuto un percorso interamente standard, contro il 69,1% degli uomini. Anche la quota delle lavoratrici irregolari è superiore a quella maschile, con un valore pari all’11,1% attuale contro l’8,9% del triennio 2010-2012.