Qualche giorno fa ho scritto che questo Benevento poteva solo migliorare e lo confermo. E aggiungo, DEVE solo migliorare. Non posso assolutamente pensare che la squadra vista all’opera nel tardo pomeriggio di mercoledì fosse minimamente “parente” di una squadra allenata da Gaetano Auteri. E nemmeno la brutta copia rovesciata di quella vista contro il Foggia. Perché se è vero che una sola prestazione brillante, pur con qualche errore, non è mai una prova certa, non può esserlo altrimenti una brutta figura come quella rimediata con i siciliani dello Stretto.
Regalare un punto al Messina, almeno per quanto mostrato dalla squadra peloritana e quindi buttarne letteralmente due nella spazzatura è stata davvero deprimente. Perché un pareggio ci può anche stare, ma quando arriva dopo una gara almeno combattuta. Invece il non-Benevento è stato capace di annullare tutto quanto di buono lasciato intuire nelle prime uscite. Ribadisco la necessità di migliorare, di trovare equilibri soprattutto nelle scelte, ma complessivamente Lucioni e compagni mi erano sembrati sulla buona strada. Un errore di valutazione? Spero di no.
Due legni colpiti, frutto più della casualità che, come purtroppo spesso accade, non sempre ti premia. Una gara sotto tono, molle, zeppa di errori a volte anche ripetuti e con assoluta sfasatura tra i reparti. A tradire Auteri proprio quei giovani su cui lui punta molto. E personalmente anche io sposo la politica della linea verde, soprattutto in Lega Pro. Sinceramente mi hanno deluso i tre in campo dal primo minuto di gioco. Spero davvero sia stata una serataccia complessiva, come quando il soufflè si sgonfia nel forno, nonostante ingredienti sopraffini e tanta cura nella preparazione: può capitare! Ad occhio e croce, alla fine del primo tempo, il nostro tecnico avrebbe dovuto chiedere di effettuare 7/8 sostituzioni, in deroga al regolamento…. Troppe, certo, ma questo è emblematico. Non è giusto però buttare la croce su chi, poi, oltre le attese, ha deluso e non poco. Probabilmente forzato l’inserimento di Bianco sulla corsia mancina, solo a sprazzi lucido e visibilmente non in condizione, per usare un eufemismo. E poi un centrocampo assolutamente operaio e poco incline alla costruzione e soprattutto alla velocizzazione del passaggio, dell’apertura. Idee zero. Quei lunghi palloni in verticale provati da Lucioni o da Bonifazi per provare a servire i tre attaccanti, sono stati l’emblema che più di qualcosa non funzionava in cabina di regia.
Ormai è andata così. Dispiace, certo. Dispiace soprattutto per l’epilogo amaro che ha visto protagonista Cissé. Un calciatore di assoluto valore, ottimo atleta, un generoso. Ma ingenuo e forse scarsamente indottrinato rispetto a ciò che è chiamato a fare qui. Incondivisibili certi atteggiamenti da bullo e poco conta la provocazione e poi la successiva aggressione. C’è l’arbitro in campo, ci sono poi gli assistenti di linea. E tante telecamere e obiettivi fotografici. Farla franca sarebbe stato impossibile, ripeto, oltre ogni ragione. Danno e beffa, 3 giornate di squalifica che ridurranno e di parecchio il peso offensivo dei giallorossi. Certo, chi potrà pendere il suo posto c’è. Ma, di fatto, l’unica torre di ruolo per gli schemi auteriani ad oggi è lui. Occorre una presa di coscienza di tutti, perché certi episodi non si ripetano più.
Bisogna resettare e ripartire, già ad Andria, domenica prossima, e lì non faranno sconti e ci aspettano. Gaetano Auteri e Loreno Cassia hanno toccato con mano quella che, ad oggi, è una realtà: non esiste un Benevento-2. C’è un buon gruppo che forma il nocciolo della squadra, sono 14 – 15 elementi. Gli altri, ma non metto in dubbio le qualità dei singoli, sono valide alternative ma non fino a stravolgere completamente la squadra. C’è ancora qualche infortunato da recuperare (Mucciante e Marotta), qualche calciatore al quale dare una chance (Som), altri da rivedere meglio, magari quando la squadra sarà a regime (Ciciretti e Campagnacci). Considerando certe scelte, io credo che, probabilmente, la squadra tipo che ha in mente Auteri non ha ancora avuto modo di schierarla. Per la gara al Degli Ulivi bisognerà tornare ad essere il Benevento Calcio. Nessun soufflè, e neppure la fotocopia sbiadita di una squadra. Il campionato è appena iniziato, c’è il tempo e il modo per rimettere tutto a posto e tornare a correre. Iniziando di nuovo a giocare al calcio, senza balbettare, senza avere paura. I presupposti ci sono tutti. Ad Andria bisognerà andare a vincere, imponendosi con il gioco e mettendo sul campo testa e grinta, quelle che sono forse mancate contro il Messina.