Il debutto ufficiale, la Tim Cup, suggestive le luci per quella che, da sempre è poco più che una passerella e null’altro. Certo, il calcio è vincere, in fondo conta solo quello. Buttare la palla nel sacco, farlo più volte dell’avversario. Il resto, a stampa e tifosi non interessa. E quando arriva la sconfitta, le critiche sono inevitabili ma non sempre condivisibili. Personalmente non vedo calcio, però, in una afosa sera d’inizio agosto, a trentaquattro giorni dall’inizio del campionato 2015/16, in piena preparazione e con addirittura un allenamento mattutino nelle gambe. Manca oltre un mese, di quelli intensi perché in questi lunghi giorni potrà ancora accadere di tutto e non solo sul piano sportivo.
Domenica sera i giallorossi sono stati sconfitti nientepopodimeno che dal Tuttocuoio di Ponte a Egola, frazione di San Miniato (PI), squadra giovane e sbarazzina che neppure per un’attimo ha abbassato la testa al cospetto di una corazzata (o presunta tale) come quella sannita. Evidentemente l’indole guerriera di Lucarelli, il tecnico, ha già contagiato i calciatori neroverdi toscani, buon per loro. Sarebbe stato meno “grave” uscire sconfitti giocando con una blasonata? Certo che no, nessuno ci sta a perdere, mai. Ed è proprio quella sconfitta, maturata poi in condizioni particolari, che lascia intendere quanto poco probante e veritiera sia stata la gara in sé.
Personalmente credo che non si possa fare altro che prendere atto della pesante preparazione svolta dalla squadra di Auteri. Non è affatto facile assimilare schemi e mentalità del siciliano. Nella rosa, oltre i suoi fedelissimi, ci sono tanti calciatori che sono al primo impatto con un “nuovo” modo di lavorare e di stare in campo. La dottrina dello special one di Floridia per qualcuno può essere dura e difficile da assimilare. Chi ci ha già lavorato lo sa, Auteri e Cassia non lasciano nulla al caso, perché solo con lavoro (maniacale) e sacrificio si ottengono, poi, i risultati.
Sul campo si è visto, l’impressione immediata è stata quella di una squadra che cerca soprattutto di perfezionare sincronismi e intesa, che ha gambe imballate e zavorra pesante sulle spalle. E’ chiaro che in piena fase di preparazione fisica non si possono dare giudizi sul gioco e tantomeno sui singoli. Troppo facile scrivere oggi che Del Pinto sia un top player e che invece Mattera è da rivedere. Poi magari sarà vero, o tra un mese s’invertiranno le cose, chissà. Ho preso loro due ad esempio, perché sono stati tra i più “nominati” in queste ore. Io ho visto di certo cose buone, altre un po’ meno. Tante individualità di spicco in campo, molte altre in panchina. La squadra prototipo è imbastita ma è chiaro che il vero Benevento non è certo quello visto all’opera contro i toscani. Lasciamoli lavorare in assoluta tranquillità, con la fiducia che assolutamente meritano.
Faccio anche un’altra riflessione: Tim Cup, la possibilità data dal tabellone di poter incontrare squadre importanti. E quindi incassi, grande attenzione mediatica etc. Ottimo business, e poi una bella soddisfazione, indubbiamente. Ma in caso di vittoria, al secondo turno avremmo dovuto affrontare il Modena, allo stadio Braglia. Poi, in caso di ulteriore vittoria, il Sassuolo… Con tutto il rispetto per i due club emiliani, ma quali incassi e avremmo dovuto aspettarci? Tuttocuoio, Modena, io preferirei la suggestione di un derbissimo, seppur estivo, o magari un’amichevole di lusso, di quelle che richiamano allo stadio tantissimi tifosi, anche dalla provincia. Le luci di questa illusoria ribalta lasciamole a chi, tra qualche mese, sarà di nuovo nell’ombra.