Il prossimo 2 agosto saranno settantotto giorni “dopo”. Un’eternità, calcisticamente oltre due mesi sono un tempo lunghissimo. Commisurati all’oramai veneranda età dello stadio (36 anni a settembre….) sono nulla, ma considerando tutto ciò che è accaduto dallo scorso 16 maggio, credo siano stati davvero troppi, quasi insopportabili da far trascorrere. Domenica sera saranno i riflettori ad illuminare (di nuovo) il prato del Ciro Vigorito. Torna ad accendersi la luce sul calcio beneventano e non sarà soltanto merito dei riflettori. Due squadre, il pubblico, fotografi, una rete da gonfiare per la gioia dei tifosi. E basta.
In questi mesi è accaduto un po’ di tutto. C’è stato un momento zero, uno stallo dal quale si pensava non potessimo venirne fuori. Con “il senno di poi” oggi sono tutti bravi a dire “ma io lo sapevo che…”. Balle, per lunghi giorni abbiamo tutti temuto il peggio, la paura di non poterci addirittura iscrivere al campionato è stata tanta e tangibile, ogni giorno che passava sempre più grande. Spero davvero che questa “lezione” possa servirci in futuro. Forse abbiamo peccato (e non poco) un po’ tutti di presunzione, qualcuno poi, che è nato come tifoso nel benessere degli ultimi 9 anni, neppure poteva immaginare che, invece, da un giorno all’altro potessimo ritrovarci con le “pezze sulle terga”.
Oreste Vigorito ha voluto lasciare il segno, ancora una volta, regalando alla città e a tutti i tifosi, compresi ai suoi più accesi contestatori, una nuova opportunità che, riflettendoci, non è solo “sportiva”. Un gesto d’amore, di lealtà, di gratitudine, verso questa città che, invece, non lo ha mai ricambiato pienamente e non gli ha tributato le attenzioni che forse egli meritava. I “grazie” a lui anche per questo, davvero, non basteranno mai.
Domenica sera ci sarà il “battesimo” ufficiale della squadra di Gaetano Auteri ma soprattutto della nuova Società, presieduta dal Fabrizio Michele Pallotta. Siamo all’alba di una nuova era giallorossa, e speriamo davvero che un pizzico di fortuna (!) in più possa accompagnarci (e accompagnare Pallotta & Company) in questa ennesima avventura. Sarà comunque calcio d’agosto, tanto legno nelle gambe e il prevedibile caldo a rallentare il gioco. Ciò che conterà saranno gli applausi e gli incitamenti del pubblico che, lo spero, nonostante il periodo sia vacanziero, vorrà accorrere allo stadio. Oltre ogni risultato, sarà importante siglare un nuovo “patto” tra squadra, tifosi e società. La prima cosa che il presidente Pallotta ha chiesto quando si è presentato alla città e alla stampa, è stata quella di stare vicini alla squadra. E questo pubblico non si farà certo pregare, ne sono certo.
Il sogno e la speranza di un possibile ripescaggio ci hanno accompagnati in questo periodo. Anche noi, su questo giornale, abbiamo trattato l’argomento, e per capirci qualcosa ci siamo messi a spulciare regolamenti e norme che, quasi sempre, vengono aggirate con ingegnosi escamotage, per favorire prima una, poi l’altra squadra… Una consuetudine, se vogliamo, quindi, non mi sono affatto meravigliato che la società giallorosa abbia saggiamente deciso di non presentare neppure la domanda, che avrebbe dovuto essere accompagnata dall’assegno-regalo da 1 milione di euro. Invece di illudersi e creare false aspettative tra i tifosi, o meglio, piuttosto che farsi ancora prendere in giro dal palazzo, sarà molto meglio concentrarsi sul prossimo campionato che, ancora una volta, si prevede infuocato, da combattere partita dopo partita sui campi del girone meridionale della Lega Pro.
“Sotterriamo” una volta per tutte ciò che è stato: basta parlare ancora del passato, liberiamoci del peso inutile di frustranti e inutili ricordi. Guardiamo con entusiasmo a ciò che ci aspetta per il prossimo campionato. I presupposti, ancora una volta, ci sono tutti. Io credo che questa squadra possa solo fare bene e forse meglio rispetto a quanto fatto fin’ora. C’è un sogno da rincorrere, una nuova stagione lunga e intensa da dover vivere. Domenica sera s’accenderanno le luci allo stadio, il calcio a Benevento è ancora una bellissima e solida realtà. E su di essa si possono costruire i progetti (calcistici) più belli. Io, per il momento, m’accontento di poterci essere ancora ed è già questa una vittoria. Tutto il resto è un surplus da capitalizzare.