Quella appena iniziata è, calcisticamente, la settimana più delicata degli ultimi nove anni. Domani sarà giusto un mese che il Benevento Calcio ha smesso di calpestare il rettangolo verde dello stadio “Ciro Vigorito“. L’incubo playoff, oramai un vero e proprio tabù, la tanto agognata promozione in B ancora una volta svanita, le contestazioni post gara, le (precedenti) scritte sui muri, le bombe carta, le minacce a qualche calciatore. Storia di ordinaria delusione, un insieme di fattori che hanno trasformato quello che era un ambiente compatto e festoso in un’autentica polveriera.
Inutile divisione tra pro e contro Vigorito, uno stillicidio di tensioni e contrapposizioni, fortunatamente solo verbali o meglio, social networkiane. Questo è impotante sottolinearlo. Escludendo gli eccessi (solo verbali, appunto) di qualcuno che forse neppure è davvero tifoso, non si è mai andati oltre le schermaglie ideologiche, per così dire.
Oreste Vigorito capro espiatorio, lui il “terminale” di ogni delusione e di qualche frustrazione. Quando si vince è la squadra a farlo, quando si perde è lui il colpevole. Ci può stare, in fondo il calcio è anche esercizio di libere opinioni, ognuno di noi può pensarla come meglio crede. Chi si “espone” deve mettere in conto che può diventare bersaglio di critiche o attirare a sé ogni tipo di negatività, quando le cose vanno male. Anche questo è un punto di vista, opinabile, e in questo momento potremmo discuterne all’infinito, senza convenire a opinioni serene e condivise.
Dura contrapposizione e si è arrivati al punto che, qualsiasi iniziativa s’intraprenda, da una parte o dall’altra, possa essere strumentalizzata a favore del nemico. Nemico? E’ questo il problema! Trasformati in nemici, gli uni degli altri, ma come è possibile? Tifando per la stessa squadra, gli stessi colori, per quella maglia così bella e importante per ognuno, pro e contro, e poco importa se il palmares sia scarno di trionfi. E mentre continua la battaglia sui “principii”, si è perso di vista l’obiettivo comune: la sopravvivenza della società e della squadra, ovvero quella del titolo sportivo.
Così concentrati a mostrare i muscoli, è sicuramente stato sottovalutato o dimenticato il trascorrere inesorabile del tempo. Mancano solo quindici giorni (termine ultimo il 30 giugno) per formalizzare l’iscrizione alla Lega Pro e corredarla dei documenti economici necessari (fideiussione e tasse varie). In teoria si potrebbero sfruttare anche ulteriori quindici giorni di luglio per presentare la garanzia, ma questo vorrebbe già dire penalizzazione nel prossimo campionato. Il problema però è: chi lo farà?
Nessuna alternativa fino a questo momento, solo tante chiacchiere e boutade. Intanto il tempo scorre, e non è solo un problema burocratico a pesare come un macigno sul futuro giallorosso. Il campionato inizia a fine agosto, la Tim Cup addirittura i primi giorni di quel mese. Quindi c’è da organizzare una squadra, il ritiro e tutto ciò che è necessario per prepararsi alla stagione calcistica che verrà. Sarà Lega Pro? O dilettanti? Già, perchè anche volendo prendere in considerazione tale ipotesi, ci sarebbe molto da discutere, considerando che il Benevento Calcio, stando alla situazione attuale, rinuncerebbe volontariamente ad iscriversi e non sarebbe di certo una “non ammessa” dalla Lega per motivi economici o disciplinari. Differenza sostanziale e fondamentale per l’accesso ad una eventale “corsia preferenziale” d’ammissione ad un campionato inferiore.
Noi non possiamo che aspettare e credere nella buona volontà di chi, imprenditore, ami il calcio, questa città e i suoi tifosi. E che abbia la reale volontà di prendere in consegna il “testimone” di un progetto lungimirante, che preveda almeno una sopravvivenza sportiva…