L’epilogo, di un campionato disastroso, era già scritto. A tenere viva la speranza, e le ipotetiche chance per i giallorossi, è stata solo la passione dei tifosi. Quella dello zoccolo duro, quei matti che non smettono mai di crederci, di tifare, nonostante tutto. La crescente protesta, già da tempo innescatasi, è deflagrata, rimanendo nell’ambito del buon senso, come ci hanno abituato i nostri impagabili tifosi.
Quei flebili sussulti della squadra, nelle ultime gare della regular season, sono rimasti tali. La Juve NG ha schiantato il Benevento con un netto predominio tecnico, tattico, fisico, motivazionale. Una squadra per lo più di ragazzi di prospettiva che hanno quasi umiliato i nostri presuntuosi “impiegati calcistici” che, come da prassi, hanno soltanto timbrato il cartellino e poi assistito da spettatori pagati (e non paganti) alla gara… L’ultimo “regalo” della stagione fatto dalla squadra (squadra?) alla Benevento calcistica, che certamente non meritava una umiliazione del genere. Perchè umiliazione è stata.
Un campionato da dimenticare, un’annata balorda, nata con buoni auspici dopo una semifinale playoff persa malamente, sviluppatasi in maniera entusiastica (nonostante qualche evidente problema…) fino a dicembre scorso, ma che poi inspiegabilmente s’è tramutata in una vera e propria Caporetto, che resterà – ahinoi! – nella storia del club sannita…
E, la cosa peggiore, è che tutto quanto accaduto quest’anno, ha definitivamente spaccato la piazza giallorossa, già sofferente per l’andamento delle ultime stagioni. Il malcontento, la frustrazione, i troppi “si dice” con le inevitabili polemiche, il tutto miscelato con il comburente delle vicende legate al calcioscommesse, hanno completamente avvelenato l’animo dei tifosi. Inevitabilmente, direi.
Tutti contro tutti, in una vortice di maldicenze, di sospetti, di accuse. Ritengo che quello attuale sia il peggiore contesto immaginabile nel quale pensare di poter fare calcio.
Adesso basta però. Basta, perchè tutto questo alla fine ci porterà nel baratro. Avere “ragione” non restituirà di certo ad alcuno i punti o i campionati persi…
C’è una società, la stessa che, non dimentichiamolo, ci ha portato in B e in A: dovrà essere loro compito esclusivo trovare il bandolo della matassa, cominciando soprattutto a fare piazza pulita.
Non i tifosi, o la stampa, che hanno chiaramente espresso il loro legittimo pensiero: soltanto gli addetti ai lavori avranno il compito di fare ciò che va fatto. Le chiacchiere non servono. I calciatori (tsè!) ed altri attori hanno dei contratti onerosi che nessun post o striscione può rescindere, purtroppo.
Bisogna voltare pagina, bisogna provare a proiettarsi mentalmente al campionato che verrà.
Bisognerà soprattutto capire quali siano le intenzioni del patron, l’Avv. Oreste Vigorito: continuare, passare la mano, resettare e dare vita ad un nuovo progetto? Non lo sappiamo, è ancora tutto prematuro.
Ciò che resta del campionato (per noi) appena finito è tutto da dimenticare, in fretta.
Voltare pagina, facendo tesoro (una volta per tutte) delle esperienze vissute.
La speranza di una promozione, in qualsiasi tifoso del mondo, credo sia legittima, ma nessuno a Benevento ha la pretesa di vincere! I tifosi chiedono solo attaccamento alla maglia, impegno, sacrificio, sudore, e un minimo di cuore. Null’altro. Squadra giovane? Va bene! Un undici di campioni? Sarebbe bello, ma non cambia molto. Tutto questo oggi sembra non avere senso. Il sentimento che oramai pervade la città è quasi indifferenza… ed è questo l’aspetto peggiore di tutto quanto accaduto.
Voltare pagina, pensare e sperare in un futuro nel quale ci siano programmi chiari e condivisi. Iniziare di nuovo a sorridere e a parlare di calcio in maniera costruttiva. I tifosi giallorossi non sperano altro che questo, per poter tornare insieme su quei gradoni a tifare e a sorridere:“…sarà quel che sarà…”, come cantano da sempre.