C’è voluto una giusta dose di fortuna, stavolta, per portare a casa una vittoria importantissima per la rincorsa alla vetta (ma che non diventi un’ossessione!) in primis, e per confermare una volta per tutte, che questo Benevento può giocarsela con chiunque. In una serata in chiaroscuro, nella quale probabilmente gli ospiti avrebbero meritato qualcosa in più, i giallorossi riescono a sconfiggere anche se stessi e restano (meritatamente) agganciati alla seconda posizione in classifica, in attesa delle altre gare della giornata calcistica.
La partita con il Foggia di Mirko Cudini, ha rappresentato una sorta di ulteriore esame al quale la squadra giallorossa è stata chiamata,, considerando la qualità dell’organico dei satanelli e quel pizzico di antica accesa rivalità che da sempre contraddistingue le sfide sul campo tra le due compagini.
E, in verità, per come preparata dal tecnico ospite, la partita è stata tutt’altro che bella, né tantomeno è stato facile venire a capo di un disegno tattico – appunto quello del Foggia – che, almeno fino alla splendida rete risolutiva di Lanini, prevedeva l’annullamento sistematico nell’uno contro uno di ogni iniziativa del Benevento.
Modulo speculare (ma i rossoneri giocano normalmente così), tanta aggressività nel recuperare la palla, anche nella nostra trequarti, e sortite offensive, sfruttando gli errori dei giallorossi, che per un amen non hanno portato al vantaggio foggiano. Ecco, la squadra pugliese avrebbe in tutta onestà meritato il vantaggio, almeno nella prima frazione di gioco.
Gli errori: tanti, troppi, nel palleggio, in appoggio, in uscita soprattutto. Forse la stanchezza, o la tensione per una gara – come detto – molto delicata sul piano degli equilibri, hanno giocato un brutto scherzo a molti della squadra di Gaetano Auteri. Credo che la percentuale d’errore, sia stata prossima al 90% per quasi tutti i calciatori in campo. Le tante (nove, dall’avvento del tecnico di Floridia) partite giocate ad alta intensità, nelle settimane precedenti, hanno evidentemente avuto un effetto sulla testa e nelle gambe dei ragazzi.
Tutto considerato, una prestazione meno brillante ci può stare, sarebbe impossibile chiedere di più, obiettivamente e bisogna sempre fare i conti con l’avversario… E poi dobbiamo essere coscienti che chiunque, fino al termine della stagione, farà di tutto per ostacolare il nostro campionato. È un prezzo da pagare per qualsiasi “blasonata” (senza schernirsi perchè oramai lo siamo), a maggior ragione quando poi è dichiarata l’ambizione al ritorno in cadetteria. Sarà così fino alla fine, e sempre.
Solo una considerazione: perché insistere sulla costruzione dal basso, con tutto il Foggia (o quasi) a schiacciare Improta e compagni nella propria metà campo? Perché prendersi tanti rischi, considerando che era evidente la serata difficile per almeno nove undicesimi dei giallorossi in campo? Certo, alla fine il risultato (unica cosa che conta) e quindi la vittoria cancellano ogni dubbio o perplessità, però…
La rotazione di alcuni uomini in ruoli chiave, non sembra sempre avere buoni risultati. Certamente il Benevento ha una rosa di prim’ordine, ma in alcuni ruoli io non credo ci sia equivalenza di qualità. Fermo restando che l’impegno di tutti è indiscutibile, al top (oramai è una consuetudine) ho visto Nardi; bene Capellini e Lanini, come sempre reattivo Paleari. Non mi hanno convinto Bolsius, e anche Simonetti m’è sembrato normale, troppo, conoscendone le potenzialità. Molto impreciso Pinato (ma quanti errori!) e Ciciretti per una sera, è stato praticamente annullato dagli avversari, aiutati probabilmente della complessiva serataccia del Benevento. Maluccio anche Marotta, Ciano e gli altri subentrati. E Viscardi non lo avrei azzardato, non in quel momento e in quella partita.
La vittoria è il migliore corroborante. Bisogna fare tesoro degli eventuali errori commessi e di tutto quanto non è andato bene. Sappiamo che Auteri ha fatto, insieme ai suoi calciatori, un lavoro straordinario e certamente saprà tirare fuori ancora di più, se non il meglio, da ognuno dei suoi ragazzi.
Ci divertiremo, ancora, e alla fine, uniti, vedremo dove saremo arrivati.
Uniti, ogni partita di più.