Nelle Alpi il fenomeno noto come ghiacciai sanguigni si sta manifestando con maggiore intensità e frequenza, quale conseguenza diretta del crescente aumento delle temperature e dell’inquinamento che spinge le alghe ad adattarsi. A confermare l’intensificarsi della neve rossa o neve anguria – così viene chiamata – sono i ricercatori del laboratorio di fisiologia vegetale dell’Università di Grenoble che hanno stilato una mappa della fioritura delle alghe, pubblicata sulla rivista Frontiers in Plant Science. Gli studiosi sono giunti a tale conclusione dopo aver prelevato campioni dal suolo a diverse altitudini e studiato il Dna delle alghe che in primavera fioriscono sotto il ghiaccio, tingendo di rosso la neve. Tale fenomeno si verifica sia nelle Alpi che nelle regioni polari di tutto il mondo, ulteriormente alimentato dai cambiamenti climatici. Nei periodi di disgelo le alghe cambiano colore e assumono una pigmentazione rossa per proteggersi dai raggi ultravioletti. Secondo lo studio, diretto da Eric Mare’chal, le alghe vivono di anidride carbonica: un aumento dei livelli di CO2 potrebbe essere il motivo per cui stanno prosperando. Gli scienziati avvertono che il pericolo maggiore della crescente fioritura delle alghe, che di fatto non consentono alla neve di riflettere bene i raggi del solari, potrebbe riscaldarla più velocemente, accelerando ulteriormente il ritiro e lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte nevose.
Fonte: Rai News