Inutile far passare ancora giorni, sperando che la delusione sbolla del tutto per far posto alla razionalità, perchè questa retrocessione ci resterà per sempre cucita addosso, non tanto nel fatto sportivo in sé, (sapevamo bene che poteva accadere, con una percentuale di possibilità molto alta), ma quanto per le modalità con le quali essa è maturata.
La responsabilità (non mi piace il termine “colpa”), nel suo complesso, va ripartita tra tutti, nessuno escluso. Responsabili sono la dirigenza, il direttore sportivo, l’allenatore, i calciatori. Tutti, non c’è alcuno che possa ritenersi estraneo a quanto accaduto. Quando si vince si vince tutti, e così anche quando si perde o, purtroppo, come nel nostro caso, quando si retrocede. E, in ogni caso, non si possono non considerare come indifferibili le motivazioni della dirigenza (di bilancio in primis) alla base di scelte operative che hanno in qualche modo favorito la caduta verso la categoria inferiore. Dagli errori si può e si deve imparare. Anche quelli fanno crescere, e spero si sia fatto tesoro di quanto accaduto.
Se ne potrebbe discutere all’infinito, ma la serie A oramai è sfumata. Adesso, invece, è ora di voltare pagina. C’è bisogno di chiudere definitivamente questa stagione e mandarla anche emotivamente in archivio, necessariamente. La rabbia e la delusione sono legittime, ognuno poi ha le sue rivendicazioni, le sue teorie, quelle più o meno strampalate o assolutamente dimostrabili: ma, in ogni caso, a torto o a ragione, la storia non possiamo cambiarla. E se non resettiamo completamente non andremo da nessuna parte.
Fatto questo necessario atto, da parte di tutti, c’è davanti a noi un futuro, si spera, da vivere. Il Benevento disputerà il prossimo campionato di B, che è tutto da programmare, preparare a dovere e, finalmente, affrontare e vivere. Io non vedo l’ora! Un torneo che già oggi si prefigura bello ed entusiasmante – come da sempre è la cadetteria – ma assolutamente difficile, considerando il blasone e la forza delle contendenti che ne faranno parte, quando manca ancora la vincitrice dei playoff di Serie C.
Ma quale futuro? Vedremo, possiamo solo immaginarlo, come il migliore possibile. Nel breve periodo, mi aspetto un altro anno di emozioni. Perchè già esserci è una bella emozione, pensateci bene. Nel concreto, io spero in un cambio di strategia da parte della società. Basta la rincorsa ai nomi, a quei presunti top player che poi si rivelano (spesso, ahimè) quali autentiche delusioni e che, di top, hanno solo lo stipendio. E spero nell’ingaggio di un allenatore giovane e il nome m’interessa relativamente, perchè, appunto, è una esclusiva responsabilità della società la scelta. Un allenatore che abbia questi requisiti fondamentali: voglia, entusiasmo, idee e coraggio. Perchè, per ripartire da una retrocessione, ci vuole coraggio, tanto. Un allenatore che accetti questa piazza senza turarsi il naso, perchè di presunzione, snobismo e faldoni di curriculum adesso siamo saturi… Un allenatore che sappia suggerire, ma anche pretendere, l’arrivo di calciatori altrettanto giovani con cui lavorare, che abbiano la stessa voglia di giocarsela e di mettersi in discussione, senza indugi, qui a Benevento. Che accettino di vestire la casacca giallorossa con onore e orgoglio, per la bontà del progetto tecnico e non solo perchè ingolositi da contratti sontuosi, non in linea neppure con la categoria. Non è più accettabile questo! Chi non riconosce al Benevento Calcio e alla città la sua importanza, può scegliere di andare altrove. Questo ovviamente vale anche per qualcuno dei calciatori ancora in rosa, e che sarebbero certamente funzionali (in questo caso sì…) in serie B.
Benevento è piccola, sonnacchiosa, paradossalmente troppo distante dalla vicina e sfavillante Napoli, con la sua vita frenetica e le sue mille opportunità di svago… e non c’è il jet set di Roma o Milano. Benevento è semplicemente… Benevento, bellissima città della Campania, città ricca di storia, cultura, straordinari monumenti, cucina eccellente. E quella del patron Vigorito è una Società seria e solida, strutturata come le migliori; c’è una tifoseria calda, estremamente appassionata ma assolutamente corretta. Chi sceglierà, dovrà esserne consapevole. Non siamo a Disneyland, ma neppure in Papuasia… o a Canicattì!
Già, Canicattì: tempo fa, per definire un luogo semi-sconosciuto e lontano, si diceva scherzosamente “andare a Canicattì”. Io ho scoperto che, a Canicattì (splendida cittadina siciliana, tra le leader in Italia nella produzione vitivinicola), a loro volta, per dire di un posto altrettanto lontano o sconosciuto, dicevano invece di “andare a Carrapipi”… Per la cronaca, Carrapipi era (ed è), in dialetto locale, il comune di Valguarnera Caropepe, sempre in Sicilia. Banalmente sono tutti luoghi comuni, modi di dire simpatici ma assolutamente anacronistici, davvero. Quindi, per chi abbia reale intenzione di sposare la causa giallorossa, porte aperte. Ma, al primo tentennamento o gioco al rialzo (con il Benevento è la normalità…) un arrivederci e grazie e si passi ad un altro profilo, senza scrupoli.
Quindi, auspico spese contenute e mirate, individuazione e ingaggio di calciatori più giovani, in attesa dello sbocciare di qualche talento del settore giovanile. Ovviamente, tanti della rosa di quest’anno potrebbero essere confermati (Caldirola, Letizia, Montipò, Improta, giusto per citarne alcuni) e si partirebbe da una basa solida, ma bisognerà abbassare l’età media della squadra, e programmare il futuro (a breve e medio periodo) senza scatenare l’ansia da prestazione, derivante dall’idea di voler vincere per forza e subito. Certo, l’ambizione e la voglia di fare risultato è alla base di tutto: qualsiasi squadra non si costruisce certo per pareggiare, ma per vincere. O almeno provarci, ecco. Ma, prima di tutto, bisognerà necessariamente cercare di liberarsi dei tanti contratti onerosi ai quali è vincolata la società. Sarà un compito difficile e complesso, quello di Pasquale Foggia, ed è immaginabile che anche tali operazioni richiederanno un sacrificio economico non da poco da parte del Benevento Calcio.
C’era una alleanza ferrea tra società, squadra e tifosi, dovrà essere rinnovata e fortificata con il contributo di tutti, anche quello dei media. Solo così potremo ripartire davvero, tutti insieme, verso un nuovo campionato che possa regalarci ancora tante soddisfazioni. Guardando al futuro, orgogliosi comunque del passato, sconfitte comprese, l’importante sarà farlo tutti insieme, uniti per un unico obiettivo condiviso. Mettendo da parte ulteriori inutili (e strumentali) polemiche.