di Arturo Ciullo
Due volti.
Gara dai due volti, quella contro la Lazio, difficile da commentare. Atteggiamento ancora una volta indecifrabile ed attendista, quello evidenziato dai Sanniti. Lo stesso che sta caratterizzando in maniera negativa le gare del girone di ritorno. Discutibili anche, e soprattutto, le scelte tecniche, imperniate su alcuni giocatori in palese difficoltà.
Non è questione di modulo, ma di cervellotica interpretazione delle gare. Improponibile concedere un tempo e 3 reti, con il minimo sforzo, ai laziali che in sola mezz’ora hanno praticamente archiviato la pratica.
Il secondo tempo avvalora la tesi. E’ bastato correggere l’assetto tattico ed utilizzare “pedine” troppo facilmente messe da parte (tipo Viola e Caldirola) per dare impulso alla manovra, rimontare lo svantaggio fin quasi a colmarlo ed incutere spavento ai biancocelesti.
Nelle scorse settimane avevo più volte evidenziato come il rendimento sottotono di alcuni calciatori ed un atteggiamento tattico poco propositivo avessero condizionato i risultati. Non è dello stesso parere, evidentemente, il tecnico sannita, il quale spero vivamente che dopo quest’ultima gara trovi il modo di fare un’attenta analisi al fine di ritrovare il giusto equilibrio in vista delle prossime due finali, se non si vuole correre il rischio di essere risucchiati dalle squadre che ci seguono. E che eviti, se possibile, di ricordarci costantemente nelle sue interviste la nostra “umile” storia!
Prendiamoci quel che di buono lascia comunque la gara, e cioè la dimostrazione che la squadra ha capacità di esprimere comunque un gioco e di cercare la via della rete. Che si mettano da parte inutili giustificazioni. C’era stato tutto il tempo per costruire la squadra, modellarla ed eventualmente anche di intervenire lo scorso mese di gennaio. Così non è stato, adesso è inutile recriminare.
Questo il mio personale giudizio sui partecipanti alla gara:
Montipò (voto 5): unica nota lieta il rigore parato ad Immobile. Per il resto le consuete incertezze. Il ragazzo ha bisogno di lavorare molto sull’aspetto mentale oltre che su quello tecnico.
Depaoli (voto 6): a parte la rocambolesca autorete che spiana la gara ai laziali, disputa una gara positiva e propositiva. Al momento resta tra quelli più “in palla “.
Glik (voto 5): in difficoltà in fase difensiva; un po’ lo si deve, forse, ai continui cambi di compagni di reparto che ne minano le sinergie, ed un po’ al filtro quasi nullo della linea mediana.
Barba (voto 4): persiste la sua fase involutiva Sembra abbia smarrito le sicurezze di inizio torneo. In completa balia dell’avversario, incerto e fuori tempo negli interventi. Non capisco per quale motivo, avendo optato per una linea a quattro, non lo si impieghi come esterno di sinistra, un ruolo a lui più congeniale.
Letizia (voto 5): utilizzato inizialmente come esterno nello schieramento a quattro, palesa i suoli limiti in fase difensiva. Cresce di rendimento quando, nella seconda parte dell’incontro, muta l’assetto tattico della squadra in campo.
Schiattarella (voto 4): ancora una prova sottotono. Ormai non se ne contano più. Preferito a Viola, non ripaga la scelta del tecnico, che forse vede cose diverse! Sarà un caso che l’unica vittoria nel recente periodo sia maturata in concomitanza con la sua assenza dal terreno di gioco? Mi auguro, ovviamente, che dia prova di una seria inversione di tendenza già dalla prossima partita.
Ionita (voto 6-): solita prova di quantità. In difficoltà nella prima parte dalla gara, in un reparto mal assortito.
Improta (voto 5,5): a salvarlo è, come al solito, l’impegno profuso. Soffre i continui cambi di ruolo, sembra quasi abbia smarrito la sua vera identità.
Insigne (voto 5): rispolverato a sorpresa, timido e senza iniziative. Ne più, né meno come per lunghi tratti del campionato.
Sau (voto 6): dà il suo contributo quando riceve palle giocabili e lo dimostra con una pregevole rete. Che senso ha utilizzare un giocatore tecnico come lui se si rinuncia a giocare?
Gaich (voto 6): solita prova gagliarda e di personalità. Resta il dubbio di cosa potrebbe dare se fosse utilizzato con atteggiamento tattico diverso.
Subentrati:
Viola (voto 7): il suo ingresso cambia la gara. E’ con lui in campo che la squadra inizia a giocare. Quali sono i reali motivi della sua esclusione?
Dabo (voto 6): gettato nella mischia, anche lui dà il suo onesto contributo. Resta un mistero il suo utilizzo alternato.
Iago Falque (voto 5,5): timidamente cerca di dare il suo contributo. Passo di gara in evidente ritardo rispetto alla media.
Lapadula (voto 5):aveva trovato, finalmente, il gol, ingiustamente annullato dal Var. La sua ansia di dover “dimostrare” lo rende spesso approssimativo.
Inzaghi (voto 4,5): scelte iniziali discutibili, alle quali cerca di correre ai ripari a gara già compromessa impiegando giocatori accantonati con troppa facilità. Dovrebbe dare al gruppo la giusta serenità e contribuire a far accrescere l‘autostima, ma evidentemente non sa utilizzare gli argomenti giusti. La squadra non ha nelle proprie corde la capacità di difendersi bassa e non sempre le ripartenze frenetiche sono la scelta giusta.
Bisogna ripartire da quanto di buono si è visto dal momento in cui la squadra, a partita compromessa, è sembrata essersi “liberata“ dal peso del risultato ed abbia saputo esprimere delle belle soluzioni che, ad un certo punto, hanno fatto anche sperare di poter recuperare una gara già persa dopo soli 30 minuti.
Le prossime due partite, la prima in casa del Genoa e la seconda al “Vigorito”contro l’Udinese, sono due vere e proprie “finali di Champions”. Il Benevento potrà, peraltro, affrontarle con un organico ormai quasi recuperato del tutto. Basterà scegliere, quantomeno, gli interpreti giusti ed interpretare le gare propositivamente.
Nel calcio, per raggiungere l’obiettivo, bisogna osare. Mettiamo da parte quello che è stato e guardiamo avanti con fiducia e consapevolezza di quanto di buono è stato fatto fin ora, ma con convinzione e non con il solito “ritornello”.
Osare per credere.
Forza Strega 91