La cordata Cvc, Advent e Fsi diventa partner della Serie A italiana nella gestione della torta miliardaria dei diritti tv delle partite del campionato. L’assemblea della Lega, presieduta da Paolo Dal Pino, ha ieri approvato all’unanimità l’offerta economico-finanziaria dei fondi. Si tratta di un passaggio importante, per certi versi rivoluzionario, per il calcio tricolore, dove i bilanci dei club sono sotto pressione per il calo dei fatturati e le minori entrate dovute al Covid.
Ieri in Lega (affiancata dagli advisor Lazard, Gianni Origoni Grippo e Tremonti) sono stati definiti i termini finanziari dell’operazione: 1,7 miliardi di offerta per il 10% di una media company valorizzata quindi 17 miliardi e pensata per gestire e commercializzare i diritti televisivi ma in generale per promuovere il prodotto calcio. Sul piatto dell’operazione, a quanto verificato dal Sole 24 Ore, c’è anche un altro finanziamento: una linea di credito per 1,2 miliardi di euro al 3% su base annua messa a disposizione dai fondi – negoziata con Goldman Sachs – e a vantaggio dei club. La dote potrà essere restituita in 20 anni. Fra le condizioni c’è inoltre un lock up per gli investitori fino a dicembre 2026.
«Ci abbiamo creduto tutti insieme e siamo arrivati a fare qualcosa di unico, in un contesto molto complicato» ha commentato il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, regista di questa operazione in cui ha creduto e in cui si è speso vincendo, insieme con l’ad Luigi De Siervo, più di una resistenza fra i club, soprattutto all’inizio.
La cordata tra Cvc, Advent e Fsi (che è stata assistita da Rothschild, Credit Suisse, Barclays, Vitale oltre che dallo studio Gattai Minoli Agostinelli, Bonelli Erede, Facchini Rossi Michelutti ed Ey) dovrà ora attendere ancora alcune settimane per il via libera alla Mediaco, il veicolo dove entrerà come socio di minoranza (con il 10%) a fianco dei club. Ci sono numerosi aspetti da mettere a punto. Si va dalla governance, alla ripartizione delle risorse tra i club, fino ad altri aspetti legali e fiscali. Secondo le ultime indiscrezioni, ai fondi dovrebbe andare il 50% della rappresentanza in Consiglio oltre all’ad.
La firma dell’accordo potrebbe arrivare a dicembre nella migliore delle ipotesi, o all’inizio del 2021, quando arriverà al dunque il tema del rinnovo dei diritti tv. L’idea più probabile è che ora si andrà verso un canale della Lega, autoprodotto, in grado di vendere la Serie A a tutte le piattaforme che lo richiedano. Tanto più che ieri il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso di Sky contro il divieto di esclusive fino al 2022 sul canale Iptv (web), deciso dall’Antitrust a seguito dell’operazione, poi peraltro non finalizzata, di acquisto da parte di Sky della piattaforma Premium. Il divieto non riguarda solo lo sport, ma tutti i prodotti audiovisivi. Restando al calcio però, uno schema come quello attuale, con Sky e Dazn a spartirsi i match della Serie A in esclusiva sulle varie piattaforme, dalla prossima stagione e fino al 2022 non potrà esistere. «Questa decisione – commenta Sky – limita inevitabilmente lo spazio di azione dell’azienda e rischia di acuire ulteriormente gli svantaggi e le penalizzazioni già subite da Sky, rispetto agli operatori internet che beneficiano di evidenti asimmetrie normative e fiscali e di economia di scala straordinarie».
Fonte: Il Sole 24 Ore – Articolo di Andrea Biondi