Dal 1° dicembre è online “Ogni volta che è Natale” (https://www.youtube.com/watch?v=9J8Cblq8xgU), un cortometraggio realizzato da Basilio Petruzza, Elisa Sorge e Nicholas Martini, tre studenti del Dams dell’Università degli Studi di Roma Tre. Il cortometraggio, diretto da Nicholas Martini e Elisa Sorge, già collaboratori di www.beneventoforum.it, è un omaggio al racconto scritto da Basilio Petruzza. Questo “piccolo” film, realizzato per le vie più suggestive di Roma e nel litorale di Ostia, racconta il Natale sotto diversi punti di vista.
Abbiamo colto l’occasione per intervistarli e conoscere meglio i tre giovani autori .
Ragazzi, raccontateci un po’ di voi.
BASILIO: “Scrivo fin da quando ero bambino, ho scritto il primo romanzo che avevo appena 11 anni. Non sapevo ancora quanto le parole avrebbero segnato e cambiato la mia vita. La mia prima pubblicazione risale al 2012, quando è uscito il mio primo libro, “Frantumi”. Lo scorso anno è uscito “La neve all’alba”, un romanzo in cui affronto una tematica delicata, la pedofilia. E pochi mesi fa “Io basto a me stesso”, il terzo. Nel frattempo mi sono laureato in Lettere, indirizzo Spettacolo, e ho aperto un blog (www.basiliopetruzza.it). “
ELISA: “Amo le immagini e il loro susseguirsi nello schermo. Amo l’armonia e il significato che possono creare due differenti immagini accostate tra di loro. Sono una neolaureata al Dams di Roma e presto inizierò il corso base di Montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia. Mi sono sempre dilettata nel montaggio di trailer, video e mash-up per pura passione, finché mi è stata data l’opportunità di montare alcuni cortometraggi documentari, spot e trailer teatrali. Tengo duro nel tentativo di inseguire il sogno di diventare una montatrice professionista.”
NICHOLAS: “Sono un giovane regista e sceneggiatore, e studente di cinema al Dams di Roma. Nel 2015 ho scritto e diretto il mio primo cortometraggio, I desideri, in concorso in alcuni festival internazionali, soprattutto statunitensi. In uno di questi (il Roselle Park Loves Shorts! International Film Festival, ndr) il cortometraggio si è aggiudicato il premio come “Miglior Cortometraggio Drammatico”. Inoltre nel 2016 ho scritto e co-diretto il cortometraggio documentario Lele, la storia di una ragazza, affetta da sclerosi multipla, che si racconta con intensità e grande ironia. Inseguendo in maniera tenace il sogno di fare cinema, sono attualmente in fase di pre-produzione del mio nuovo cortometraggio Mélanie, scritto ancora una volta da me (in due lingue, italiano e francese),in cui racconterò le varie tappe di una relazione tra due personaggi al tempo stesso vicini e distanti, sia fisicamente sia sentimentalmente.”
Com’è nato il cortometraggio “Ogni volta che è Natale”?
BASILIO: “E’ nato una notte, mentre buttavo giù dei pensieri alla rinfusa. Ho scritto poche righe, le ho rilette, mi sono accorto che avevano un filo conduttore ben preciso: il Natale, la sua malinconia lieve, che sembra accarezzarti, senza piegarti. Mi sono ritrovato a declinare il mio Natale in quattro storie, che ho capito ben presto non fossero mie soltanto: ho parlato della malinconia dopo l’amore, di un posto caro da lasciare, di un padre che impara a non far sentire la propria mancanza, di un posto in cui saper tornare. Questo corto racconta di me, ma –e questa è la cosa straordinaria- sembra parlare di tutti noi che l’abbiamo realizzato, e non solo. Questa cosa mi ha commosso e mi ha inorgoglito, lo ammetto.”
ELISA: “E’ arrivato inaspettato e all’improvviso ed è nato allo stesso modo. Conoscevo Basilio solo da pochi giorni, ma già si era instaurata un’amicizia, una stima e un rispetto reciproco che pochi hanno. Sono stata travolta dal suo entusiasmo in questo progetto, e con me anche Nicholas, una delle colonne portanti per me. In soli tre giorni abbiamo realizzato quello che esisteva solo sulla carta. Ed è proprio il fatto di dare vita a qualcosa, con le proprie mani e con le proprie forze, che ci rende così orgogliosi e fieri di questo piccolo grande lavoro.”
NICHOLAS: “Come spesso accade, certe esperienze nascono per caso. Da un incontro fortuito è nata questa collaborazione, io ed Elisa siamo stati coinvolti dall’entusiasmo di Basilio. Quando vengo accolto con tale entusiasmo, sento subito che l’esperienza può arricchirmi, migliorarmi. Elisa ed io, insieme nella vita e nell’arte, siamo riusciti a portare qualcosa di noi in un racconto molto personale come quello di Basilio: penso che questo piccolo film sia ben riuscito perché abbiamo messo molto di noi stessi nella realizzazione. Dal punto di vista registico, è stata una sfida dirigere con pochissimi mezzi tecnici (e pochissimo tempo), abbiamo agito in un certo senso da documentaristi, è stata una palestra di cinema e di vita. Un’esperienza che ci ha fatto crescere tutti. In meglio.”
Com’è essere giovani e sognatori in una società come la nostra?
BASILIO: “Difficile. Ed anche esasperante. A volte penso di lasciar andare tutto. Ma poi capisco che nessuna difficoltà vale tanto da arrivare a tradirmi. L’ho scritto anche nel testo di “Ogni volta che è Natale”: io non mi sono mai tradito e arrendermi significa darla vinta alla paura. E io non ci sto, ho l’età e l’arroganza di chi può e deve ancora crederci.”
ELISA: “Alla nostra età sognare è tutto. È ciò che ci permette di avere grandi ambizioni e che ci fa dare il meglio di noi. Ciò che ci fa credere in noi stessi e che ci dà anche quell’autostima in più di cui abbiamo bisogno. È dura e lo sarà per tanti anni. Ma sono convinta che il tempo darà una giusta ricompensa a tutta la passione e l’entusiasmo che io, come tanti altri giovani, metto in tutto ciò che faccio. Ho ancora l’età giusta per lasciarmi cullare dai sogni, ma credo che non smetterò mai di farlo.”
NICHOLAS: “Quando sei giovane nella tua testa hai possibilità praticamente illimitate, ma al tempo stesso sei limitato dagli ingranaggi che regolano il mondo del cinema o dell’audiovisivo in generale. E’ sempre più difficile proporsi, proporre una propria idea. Parlo per esperienza personale, trovandomi in questo momento in grande difficoltà nel trovare appoggi produttivi per realizzare il mio nuovo cortometraggio. Secondo me manca il rispetto nel lavoro di un autore: le case di produzione, piccole e grandi che siano, il più delle volte si limitano all’indifferenza, o al silenzio, in risposta a una proposta di collaborazione, alla proposta di una sceneggiatura che è costata fatica e lacrime, nel vero senso della parola. Si dovrebbe avere più rispetto di chi cerca di creare, di chi cerca di trovare uno spiraglio di luce, di chi ancora si ostina a voler dar vita a qualcosa di importante, che resti davvero. Semplicemente non ci si può arrendere a questo atteggiamento. Bisognerà insistere, finché si potrà.”