Ground Zero, Lower Manhattan, New York City. In tutto il mondo credo sappiano cos’è. Sono passati quindici anni, ma i ricordi rimangono fervidi nelle menti sia di chi quei momenti li ha vissuti, sia di chi, come noi, ha potuto assistervi impotente attraverso lo schermo di un televisore. L’11 settembre 2001, il giorno che ha cambiato la storia degli Stati Uniti d’America, e del Mondo. E da allora, nessuno più può più ritenersi al sicuro, in qualunque angolo della Terra si trovi.
Al Qaeda dirottò quattro voli. Due si schiantano contro le Torri Gemelle del World Trade Center a New York, causandone il collasso, il terzo colpì il Pentagono e il quarto fu lanciato contro il Campidoglio (o la Casa Bianca?) a Washington, ma si schiantò in un campo vicino a Shanksville, in Pennsylvania, dopo che le persone a bordo tentarono invato di riprendere il controllo del volo.
In tutto ci furono 2.974 vittime. Nel crollo delle Torri, i morti furono 2.763: 2.165 nei grattacieli, 441 tra poliziotti e pompieri, 157 a bordo degli aerei. Al Pentagono 189 morti: 125 civili e militari, 64 persone a bordo dell’aereo. A Shanksville 44 morti, tutti a bordo dell’aereo dirottato. 19 gli attentatori suicidi morti, a bordo dei 4 aerei di cui si impadronirono per portare a compimento la loro spaventosa missione suicida.
Terrorismo, guerra di religione, addirittura complottismo… ognuno continua ad imbastire le proprie teorie su quelle orribili stragi. Ciò che è più evidente è che allora si chiamava Al Quaeda, adesso il nome del terrore globale è Isis. Ad unirle una lunghissima scia di sangue. E nulla sembra essere cambiato, oltre ogni definizione.
Per non dimenticare.