Nell’articolo di ieri, 2 agosto 2016 (http://www.beneventoforum.it/approvato-ddl-sulla-piaga-del-caporalato-pene-severe-per-lo-sfruttamento-di-lavoratori-in-stato-di-bisogno/), la nostra Eusapia Tarricone ha puntato l’attenzione sulla pratica del caporalato e sul DDL che il Governo ha approntato, per tentare di reprimere questa vergognosa e incivile “pratica” di reclutamento di manodopera nell’agricoltura, fenomeno diffuso in molte zone del Sud Italia.
Per cercare di capirne di più, abbiamo intervistato la dottoressa Anna Zollo*, esperta del settore, che ci ha chiarito molti aspetti ed ha snocciolato numeri da brividi.
E’ una piaga sociale a dir poco vergognosa, se ne sta parlando molto (finalmente!) in questi giorni: ma cosa è il “caporalato”?
Il caporalato quella forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera soprattutto agricola, fatta intermediari (caporali) che assumono, per conto dell’imprenditore e percependo una tangente, operai giornalieri, al di fuori dei normali canali di collocamento e senza rispettare le tariffe contrattuali sui minimi salariali.
Ma oggi quanto vale? E quanto incide sul mercato del lavoro?
Il mercato del caporalato si attesta intorno ai 17 miliardi di euro ed è sparso a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, senza distinzioni fra Nord e Sud. I dati mostrano come la pseudo schiavitù nel comparto agroalimentare ( ma che è estendibile anche ad altri settori quali il tessile ad esempio) sia un business su cui ha messo le mani la criminalità organizzata. Dove in base a delle simulazioni fatte Flai-Cgil il caporale giunge a guadagnare 225. 000 euro per la squadra dei caporali contro i 2,50 ad ora per chi lavora nei campi sotto al sole.
Può farci un identikit ?
Sono giovani, ragazzi, e donne non solo straniere, con un grado di istruzione non elevato, non solo proveniente dall’estero ma anche del luogo.
Quanto guadagna un lavoratore?
In base allo studio condotto da The European House-Ambrosetti basato sui dati Flai-Cgil relativi al 2015 sono gli oltre 400 mila lavoratori agricoli che in Italia vengono sfruttati ogni anno dal caporalato, per una paga davvero misera, pari a circa 2,50 euro all’ora, guadagnando dai 25 ai 30 euro al giorno i lavoratori sfruttati dal caporalato, che nell’80% dei casi sono stranieri, spesso arrivati in Italia in cerca di fortuna che ricevono un salario giornaliero che ammonta a circa la metà di quello stabilito dai contratti nazionali.
Quindi, facendo una stima, quanti sono impegnati in tale “lavoro”?
Sono 100.000 i lavoratori in condizioni di lavoro di paraschiavismo, 40.000 a rischio di sfruttamento. Il 62% dei lavoratori non ha accesso ai servizi igienici, il 64% non ha acqua corrente, il 72% si ammala di malattie legate allo sfruttamento**.
Il caporalato è sempre esistito, cosa è cambiato in questo ultimo periodo?
Le donne sono oggi le nuove “schiave”, vendute come merce di scambio ai padroni per “accaparrarsi “ un campo su cui lavorare. Senza distinzione di razza.
Cosa ne pensa del nuovo DDL sul caporalato approvato ieri al senato?
Ben venga il DDL CONTRO IL CAPORALATO, che condanna a 6 ANNI DI CARCERE gli imprenditori che usano tale tipo di manodopera. Ma molto si deve ancora fare per tutelare la dignità umana.
*Anna Zollo è responsabile scientifico del rapporto sulle frodi alimentari ed agroalimentari – Fareambiente, con esperienza nella ricerca sul comparto agroalimentare, docente di ecologia presso l’università Federico II e Sapienza, dottoranda di ricerca in sociologia presso l’Università de la Coruña, direttore editoriale frodialimentari.it, membro del comitato scientifico consumerismo.it.
Autrice di numerosi pubblicazioni sia su riviste nazionali ed internazionali e di capitolo di libri (Peter Lang, Loffredo etc.).
Collabora con la CNA di Benevento
**Dati inseriti nel rapporto 2016 sulle frodi agroalimentari in Italia presentato alla Camera dei Deputati.