Quando muore un essere umano, per mano di un altro essere umano, in special modo un innocente, è difficile trovare la forza di scrivere e commentare. Capisco che la cronaca dell’orrore è purtroppo necessaria, però a volte sfocia, direi inevitabilmente, nella morbosità. E questo mi fa ancora più orrore. Per tale motivo, noi della Redazione abbiamo scelto di non pubblicare mai articoli riguardanti episodi del genere. Anche quando apprendiamo di incidenti stradali e sciagure varie. Non è disinteresse, giammai. E’ il semplice voler rispettare il dolore dei familiari e la tragedia che, inevitabilmente, investe tutti coloro che in qualche modo erano legati alle vittime.
La cronaca, appunto, è purtroppo zeppa di mostruosità come quella accaduta a San Salvatore Telesino. E’ chiaro che la lontananza geografica, l’aver appreso nel passato di simili episodi, attraverso i vari media, ne ha sempre ovattato la portata emotiva… E’ sembrato sempre come in un film, anche perché troppo spesso quel (o quei) dolore (i) sono diventati, ahimè, show televisivo.
Maria, una bambina di appena nove anni. E nove primavere vissute, nove alberi di Natale, nove di tutto. Troppo pochi, e non se ne è reso forse conto l’autore (?) di quella infame barbarie. Non se ne accorto né quando le ha messo le sue luride mani addosso e neppure quando l’ha poi scaraventata in quell’acqua profonda e fredda, che l’ha inghiottita provocandone il decesso. Nessuna pietà. Chi ha commesso quel gesto è solo un lurido mostro. Non c’è altro termine. E mi aspetto che, in seguito, non vi sia alcun tentativo di comprensione o di “studio della psiche” di un individuo che certamente qualche bravo penalista vorrà farci passare come malato. Pur consapevole che non ci sarà mai alcuna pena detentiva che possa riportare Maria a giocare con gli altri bambini, mi aspetto la massima severità e una Giustizia veloce.
Penso alle braccia di Maria, protese verso una salvezza che non è arrivata in tempo. E penso al suo cuore che batteva impazzito dal terrore. E penso ai suoi occhi innocenti con conosceranno più cose nuove. E ai sorrisi da non poter più fare, e alle sue speranze, i sogni e le fantasie da non poter più coltivare. E penso alle sue dita che non stringeranno più pastelli per scrivere e colorare disegni. Disegni gioiosi, di case con il tetto rosso e il comignolo che fuma. E a quel Sole giallo con i raggi, che non splenderà più… Né per lei e neppure per i suoi genitori. Un orrore senza fine, un dolore che per loro non si placherà mai, mai.
Si poteva evitare? La bambina era già stata oggetto di attenzioni da parte del suo carnefice? Com’è potuto accadere in un paese tutto sommato piccolo, dove si conoscono quasi tutti? A queste domande troveranno di certo qualche risposta gli inquirenti e la Procura.
Non amo i forcaioli, anche se, lo ammetto, la sete di vendetta è direttamente proporzionale alla mia rabbia, e con quella mia credo, quella di tutta l’opinione pubblica. Ma la stessa vendetta è ancora violenza… La stessa che ha ucciso Maria, che le ha strappato la Vita e ogni diritto. Per questo mi aspetto GIUSTIZIA. Per lei, per tutte le vittime innocenti, di ogni angolo del Mondo.
Un grande rammarico: perdonaci Maria, anche tu – forse – sei stata vittima della distrazione di questa Società che non ti ha saputo difendere.
Sono sconvolta per la morte della piccola Maria e di tutte le altre vittime, piccole e innocenti, di esseri infami. Li odio. E li odio anche perché risvegliano in me terribili sentimenti di vendetta, trasformandomi in una persona diversa, peggiore. Mi chiedo perché non ci sia ,in difesa dei nostri piccoli, un intervento divino. Gli adulti hanno la facoltà di scegliere fra bene e male, ma un’indifesa creatura in balia di un mostro cosa può fare? E’ un interrogativo che mi tormenta.
Addio, piccola Maria, e addio a tutti i bimbi diventati angeli nel dolore , chiedendosi forse perché