Sono già due mesi da quel funesto 15 ottobre. E’ poco? Tanto? In verità, per molti aspetti, il tempo sembra essersi fermato a quella sciagurata nottata d’inizio autunno. Anche il clima, beffardamente, sembra volerci ricordare quelle ore, con un sole che è a dir poco inusuale considerando che siamo quasi a Natale. S’è fermato il tempo e con esso il fango. In tanti luoghi cittadini meno “illuminati”, il ricordo dell’alluvione è ancora visibile in terra. Quel fango oramai fa parte della luogo, di quella parte di città, e solo il tempo lo sta trasformando in sabbia e limo che il vento o le automobili in transito spazzano via, in “suggestive” nuvole marroncine. La Natura, stavolta, sta dandoci una mano…
Una sciagura di proporzioni smisurate, un danno economico per la nostra già precaria Provincia che, probabilmente, non potrà mai essere realmente quantificato, basti solo pensare alle ripercussioni sull’agricoltura e sulle tante aziende che sopravvivevano in quel comparto. Senza contare gli altri comparti produttivi che già erano in ginocchio per la crisi.
Ho voluto fare un rapido giro per la città, scattare qualche istantanea che possa far rendere conto di cosa c’è ancora da fare o forse non s’è fatto. Tutto questo mentre il folle e inutile progetto di passeggiata fluviale, ai piedi del Ponte Vanvitelli, continua nella sua realizzazione, nonostante il danno subito dall’alluvione. E mentre il ponte sul Torrente San Nicola rimane chiuso con tutti i disagi per gli abitanti di Capodimonte e contrade limitrofe. E il sottovia che collega Via Antico Sannio e Via Latina sia ancora chiuso perché allagato e ricolmo di fango e rifiuti di ogni genere, anche pericolosi. A due mesi dall’alluvione. Dopo due mesi di quasi totale siccità (sic!). Dulcis in fundo, però, le caramelle luminose (!?) appese tristemente al Corso Garibaldi, non so bene se per farci sorridere (a denti molto stretti) e dimenticare i guai o per cos’altro… Sconforto e tristezza, il risultato è questo, e dulcis proprio non ce n’è.
I commenti, aggiungeteli voi.