Siamo a quasi un mese dal disastro. Il tempo sembra avere rallentato da quel giorno, ed è incredibile come anche il clima sembra essersi “fermato” su temperature più da inizio ottobre che d’autunno inoltrato. Se non fosse per la nebbia mattutina che ci ricorda qual’è il clima beneventano di novembre… L’acqua, il fango, la disperazione della gente, la mobilitazione popolare, la grande generosità della gente comune, la voglia di “rialzarsi” immediatamente, senza piangersi addosso. E poi i ritardi ingiustificabili dello Stato, le inevitabili polemiche, chiacchiere su chiacchiere che nulla hanno prodotto. Intanto, per quanto riguarda Benevento e ad esclusione di poche zone più centrali e trafficate, il fango (oramai pietrificatosi) è ancora lì.
Tante strade e rotonde ancora imbrattate o ricoperte da quella che è diventata una specie di sgradevole rivestimento argilloso, polvere, residui “naturali” e tanta sporcizia vanno accumulandosi nella downtown beneventana. Il sottovia che collega Via Latina con Via Antico Sannio è ancora chiuso perchè allagato (non piove da circa tre settimane…), e le strade di accesso allo stesso si sono trasformate nelle ennesime discariche a cielo aperto per gli inzivados di ogni dove.
Certo, l’emergenza alluvione non è affatto terminata. Gli interventi hanno una sacrosanta priorità ed è giusto che la forza d’intervento disponibile si dedichi alle necessità di quelle famiglie o delle aziende che hanno subito gravi danni, per accelerare quanto più possibile il loro ritorno alla normalità, ammesso (augurandoci di sì) che ciò sia possibile, dopo un disastro del genere. Ma occorre riportare normalità anche nei servizi minimi essenziali che la città deve necessariamente garantire. Ci sono zone urbane sporchissime, quasi abbandonate a se stesse. Basta farsi un giro nella zona di Piazza San Modesto oppure nei pressi dello stadio “Ciro Vigorito“. Ma non è solo la periferia a a lamentare tale disservizio. Davanti al Duomo e/o nelle traverse limitrofe il livello di sporcizia a terra è inammissibile, considerando anche il “flusso turistico” che, nonostante tutto, continua ad interessare quella zona così ricca di siti storici.
Ovviamente la colpa è anche di alcuni beneventani che hanno sempre poca dimestichezza con i concetti basilari di igiene ed educazione civica. Non metto in dubbio che in buona percentuale la situazione è tale anche per colpa di chi non ha rispetto del prossimo. Ma questo non basta a giustificare la sporcizia della città. Il tempo -forse- si è fermato anche per chi dovrebbe intervenire e controllare, oltre che intervenire, mentre continua a scorrere veloce per le notifiche TARI che stanno già raggiungendo tutte le famiglie beneventane.