Saranno ancora centomila i profughi che saranno accolti nei centri d’accoglienza. E’ quanto dichiarato dal Presidente dell’Unione europea Jean-Claude Juncker al temrine del mini-summit sull’emergenza migranti cui hanno partecipato Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia e Ungheria, A questi Paesi si sono aggiunti anche Albania, Macedonia e Serbia, ai quali è stata espressamente chiesta una più fattiva collaborazione ed una gestione dei flussi che, ad oggi, appare incontrollata. Ed è proprio sull’Albania che sono puntati i riflettori. Secondo quanto si apprende dal quotidiano “La Repubblica”, con i controlli più serrati sui confini degli altri paesi balcanici, è proprio dalle coste adriatiche del Paese delle Aquile (o Shqipëria, in albanese) che potrebbe aprirsi una nuova rotta per gli immigrati con la dirimpettaia Italia e la confinante Grecia.
Per quanto riguarda il summit, il testo finale concordato dai leader è articolato in 17 punti e prevede la sua applicazione immediata. Da martedì 27 ottobre i paesi coinvolti dovranno cominciare a scambiarsi le informazioni sui flussi di migranti e a comunicare alla Commissione Ue i bisogni “entro” 24 ore. Inoltre, dovranno “scoraggiare i movimenti” dei migranti alle frontiere degli altri Paesi senza preventivo accordo dei confinanti, in modo da rallentare i flussi e quindi fornire cibo, acqua, riparo e assistenza sanitaria ai migranti con l’aiuto dell’Unhcr e del meccanismo Ue di protezione civile. Fondamentale, sarà la registrazione dei dati biometrici dei profughi collaborando con le Agenzie Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea) ed Easo (Ufficio europeo di sostegno per l’asilo).