Primo via libera in Parlamento al cosiddetto “Ius soli” soft. I bambini nati in Italia da genitori non italiani e i minorenni stranieri avranno un percorso agevolato, pur nel rispetto di alcuni paletti, quindi una “semplificazione” per la concessione della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. L’intesa si basa sull’accordo raggiunto dalla maggioranza in Commissione Affari Costituzionali alla Camera che modifica il testo base e introducono l’obbligo della frequenza di un ciclo scolastico di almeno 5 anni – nel caso in cui la frequenza riguardi le scuole elementari, si dovrà aver superato l’esame finale – e il vincolo del possesso da parte di uno dei genitori del permesso di soggiorno “di lunga durata“. Quindi non basterà più quello “semplice”.
Secondo il disegno di legge che dovrà completare ancora l’iter e quindi approdare al vaglio del Senato, i bambini stranieri nati in Italia acquisterebbero la cittadinanza se almeno uno dei due genitori “è in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo“. Invece, i minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in Italia che hanno meno di 12 anni, potranno comunque ottenere la cittadinanza se avranno frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica. I ragazzi arrivati in Italia e che hanno tra i 12 e i 18 anni, potranno ottenere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno 6 anni e aver frequentato un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo.