Il Governo sta lavorando in queste ore per cercare di superare lo scalino che di fatto blocca il turn over introdotto dalla Legge Fornero sulle pensioni. Le azioni che eseguirà l’esecutivo iniziano a delinearsi. Lo stesso premier Matteo Renzi ha chiesto “più flessibilità e buon senso” e qualcosa, a quanto pare, inizia a muoversi. In effetti si sta lavorando ad una soluzione che permetta l’uscita anticipata delle donne dal lavoro, dal 2016, a 62–63 anni con almeno 35 di contributi. I tecnici di Palazzo Chigi spiegano che si tratterebbe di una nuova opzione donna che prevedrebbe, invece del ricalcolo contributivo sull’intera vita lavorativa, una riduzione dell’assegno legata alla speranza di vita e pari a circa il 10% per 3 anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia. Quindi la penalizzazione sarebbe meno pesante di quella invece prevista nell’opzione donna che scade quest’anno.
Con lo stesso criterio è ugualmente allo studio “l’opzione uomo” per i lavoratori che perdono l’occupazione a pochi anni dalla pensione. Allo studio, la possibilità di accedervi con 3 anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia, che sarà di 66 anni e 7 mesi dal 2016, con un taglio dell’assegno legato non al ricalcolo contributivo, ma all’equità attuariale, cioè al tempo più lungo di percezione dell’assegno. I tecnici di Palazzo Chigi stanno pensando ad un “prestito pensionistico”, ovvero all’anticipo di una parte della prestazione da restituire una volta che si raggiungono i requisiti per la pensione. Nei piani anche una sorta di assegno di solidarietà per le situazioni di maggiore disagio.
Getta acqua sul fuoco, però, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Tutte queste anticipazioni diffuse dai vari organi di stampa vanno prese “con le molle” perché è tutto legato alla Legge di Stabilità che sarà varata e nella quale saranno elencate le eventuali nuove norme decise dal Governo. Resta di fatto che c’è da superare il blocco del turn over come ammesso dallo stesso titolare del Ministero.