Si cercherà di trovare un accordo, in questa settimana, tra i paese dell’Unione europea che ad oggi appaiono profondamente divisi dalla grave e continua emergenza “arrivi”. Nonostante i “muri” e gli scontri ai confini tra migranti e forze di polizia (supportate anche dai militari: in Ungheria saranno ce en saranno 3.500 ad affiancare la Polizia) si cerca un’intesa sulla redistribuzione delle migliaia di profughi. I Ministri degli Esteri dei paesi contrari al sistema di quote vincolante, cioè Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Lettonia, tutti Paesi appartenenti al “blocco est” Europa, si sono riuniti a Praga con Jean Asselborn, che è il presidente di turno dell’Ue.
Sembra tutto ridursi ad una mera questione economica. Infatti, la Commissione europea insieme al Consiglio, è al lavoro per cercare di sbloccare l’intesa con Asselborn che ha lanciato la proposta di un aumento del contributo per ogni rifugiato accolto: l’assegno passerebbe da 6.000 a 6.500 euro. In pratica, quando il Paese di primo ingresso (solitamente Grecia e Italia) avranno registrato i migranti dopo il loro percorso negli hotspot, riceveranno ulteriori 500 euro per ogni migrante, somma che dovrebbe servire a coprire le spese di trasporto e il successivo ricollocamento in un altro Stato dell’Unione.
Punto cruciale comunque è ancora la questione redistribuzione di circa 120.000 migranti. A riaprire ogni discussione è stato il rifiuto del governo ungherese presieduto da Viktor Orbán di partecipare al meccanismo. Il venire meno quindi dell’impegno di Budapest per accogliere, registrare e poi ricollocare la quota spettante di 54.000 richiedenti asilo, crea un ulteriore aggravio del problema e quindi, questa andrebbe distribuita in maniera differente su altri Paesi. Per quanto riguarda “l’emergenza numerica” in Italia, dei 15.600 in totale da ricollocare dovrebbero andarne 4.027 in Germania, 3.064 in Francia e circa 2.000 in Spagna. Intanto, il Consiglio europeo di domani sarà fondamentale e probabilmente l’ultima spiaggia per cercare di risolvere in modo coerente la crisi, secondo l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati.
A proposito del governo magiaro: “Gli ungheresi sono ospitali, ma azioni il più possibile severe sono intraprese contro coloro che cercano di entrare illegalmente in Ungheria. L’Ungheria non permetterà ad immigranti illegali di attraversare il suo territorio. Firmato, il Governo dell’Ungheria”. Questo messaggio scritto in arabo è comparso ieri a tutta pagina su due quotidiani libanesi, sotto una grande scritta in colore rosso “Informazione”. Un messaggio che poi è un “avvertimento” indirizzato ai profughi siriani (circa 1 milione) che stazionano in Libano in attesa e nella speranza di partire verso l’Europa.