Come prevedibile, cresce la tensione e ci sono stati ripetuti incidenti tra i profughi e le forze di polizia, in prossimità della barriera metallica che l’Ungheria del premier Viktor Mihály Orbán sta facendo innalzare lungo tutto il confine con la Serbia. Le forze dell’ordine magiare, che hanno già effettuato oltre 300 arresti così come preannunciato in virtù dell’entrata in vigore della legge anti-clandestini, ha lanciato lacrimogeni ed usato gli idranti contro centinaia di persone che cercavano di oltrepassare l’alta recinzione metallica innalzata come “muro”.
Nel Paese, infatti, è stato dichiarato lo stato di emergenza per l’arrivo di migliaia di migranti e il provvedimento dà poteri speciali alla polizia e consente l’utilizzo dell’esercito per operazioni di sorveglianza. La legge voluta da Orbán prevede 3 anni di carcere per chiunque e a qualsiasi titolo entri illegalmente in Ungheria e pene severe per chi danneggia la barriera di filo spinato, che è alta 4 metri e lunga 175 chilometri.
Parallelamente ci sono stati incidenti anche ad Horgoš, in Serbia, proprio nei pressi della barriera metallica al confine con l’Ungheria. Gruppi di migranti esasperati hanno cercato di abbattere il filo spinato e hanno lanciato pietre contro i poliziotti. In un clima di tensione e confusione, i disperati, nonostante il lancio di lacrimogeni effettuato dalla polizia, hanno lanciato coperte sul filo spinato cercando poi di abbatterlo tirandole al suolo. Si contano alcune centinaia di feriti tra i quali anche molti tra poliziotti.
“La Croazia è assolutamente pronta a ricevere queste persone o indirizzarle dove vogliono andare, ovvero ovviamente la Germania e i Paesi scandinavi”. Queste la parole del premier croato Zoran Milanovic. E’ chiaro che, di fronte al mutamento di scenari la nuova rotta della speranza per i migranti passa per la Croazia. i primi gruppi, circa 400 persone provenienti dal Sud della Serbia, hanno raggiunto il confine a Šid, in Voivodina.