Senza mezzi termini: dal 15 settembre 2015, quando entrerà in vigore la nuova normativa più restrittiva sull’immigrazione, i migranti che entreranno illegalmente in Ungheria saranno arrestati. E’ quanto ha dichiarato il premier ungherese Viktor Orban, conservatore, che ha giustificato la scelta asserendo che i migranti si rifiutano di collaborare con le autorità, non si vogliono registrare e assediano le stazioni ferroviarie.
Intanto i militari ungheresi continuano a lavorare alla costruzione della barriera (alta 4 metri) per bloccare il flusso dei migranti in ingresso provenienti da Medio Oriente ed Africa. Al termine dei lavori, quest’opera sarà lunga ben 175 chilometri, lungo tutta la frontiera con la Serbia. Particolare, nei lavori vengono utilizzati anche detenuti. C’è da annotare che in queste ore è afflusso record di migranti in Ungheria: provengono prevalentemente dalla Serbia e arrivano camminando lungo i binari verso Rozske, dove sorge il campo di raccolta, in difficoltà considerato anche il maltempo di questi giorni. Molti quelli ina rrivo a Horgos a bordo di pullman.
Nel corso delle ultime 24 ore sono entrati ancora 3.226 migranti e profughi dalla vicina Serbia. In maggioranza si tratta di siriani, afghani, iracheni, pachistani. Molto calda è anche la oramai consueta “rotta balcanica”, seguendo la quale , nelle ultime ore oltre 7.600 migranti (in maggioranza siriani), sono entrati in Macedonia provenienti dalla Grecia.
Intanto la Danimarca ha sbloccato i treni provenienti dalla vicina Germania ma intanto l’Austria ha interrotto il transito ferroviario “da e per” l’Ungheria, si presume a causa di un imminente sovraccarico per l’afflusso di migranti. I ministri dell’interno di Serbia (Nebojsa Stefanovic) e Ungheria (Sandor Pinter), incontratisi a Subotica, hanno sollecitato maggiori aiuti da parte dell’Unione europea per fronteggiare questa emergenza umanitaria, perché allarmati dalla reale impossibilità economica e materiale dei loro rispettivi Paesi ad affrontare un problema di così vasta portata.
I due Ministri hanno comunque espresso la volontà di rafforzare la collaborazione nella crisi migratoria. In particolare, la Serbia concederà l’asilo a coloro che ne hanno diritto (e ne faranno domanda), mentre lascerà proseguire il viaggio a tutti quelli che intendono raggiungere i Paesi del nord Europa. L’Ungheria, invece, vorrebbe che il problema si risolvesse ai confini dell’area Schengen, distinguendo tra coloro che hanno diritto all’asilo e i cosiddetti “migranti economici“, che non hanno diritto a entrare nell’Unione europea.