Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, è stato molto diretto nel definire la situazione “profughi” nel nostro continente, aprendo il suo discorso sullo Stato dell‘Unione Europea di fronte al Parlamento di Strasburgo: “Numeri spaventosi, è non non è comunque il momento di avere paura, è piuttosto il momento di “un’azione concertata e della solidarietà”.
“E’ il momento in cui deve prevalere la dignità umana. Tutti noi dobbiamo ricordare che l’Europa è un continente in cui siamo stati tutti, in un qualche momento della storia, dei rifugiati” ha aggiunto Junker, sottolineando che chi critica l’integrazione europea deve riconoscere che questo è un luogo di pace e stabilità e di questo bisogna essere orgogliosi.
Per quanto riguarda le modalità di accoglienza, Juncker ha precisato che esistono degli standard comuni europei per l’accoglienza dei rifugiati e per l’asilo, e per definire se le persone hanno diritto a ricevere la protezione internazionale. Ovviamente questi standard vanno applicati e rispettati da tutti gli Stati dell’Unione.
Il Presidente della Commissione europea ha chiamato in causa i parlamentari direttamente, chiedendo loro di calarsi nelle vesti dei singoli profughi. “Non ci sarebbe prezzo che non paghereste per fuggire, non c’è mare che non cerchereste di attraversare, non c’è confine che non cerchereste di varcare se alle vostre spalle ci fosse l’Isis“. Ecco perché, anche se si costruissero muri e barriere, i rifugiati non smetterebbero di viaggiare verso l’Europa. L’asilo politico è un diritto, quindi il fenomeno deve essere affrontato senza paura dall’Europa, che ha il dovere di accogliere.
Juncker ha poi sottolineato che è necessaria un’agenda comune per agire. L’Italia, la Grecia e l’Ungheria non devono essere lasciati soli, ci sono 160.000 profughi che da questi paesi “di frontiera” vanno ridistribuiti. E’ necessario che i Paesi comunitari approvino il 14 settembre le nuove proposte della Commissione. Il trattato di Schengen non verrà abolito ma saranno rafforzati i confini esterni. C’è da cambiare invece il trattato di Dublino, la prima regola deve essere la solidarietà. Bisogna rafforzare Frontex (cliccare per saperne di più), che ha dei costi elevati ma che svolge una missione indispensabile, quindi sono soldi ben spesi. L’obbiettivo è quello di arrivare a costituire una guardia costiera di confine efficace entro la fine del 2015 e creare canali di immigrazione legali contro la tratta di esseri umani. La Commissione Ue propone un meccanismo di redistribuzione permanente che permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro.