Continua la discussione sulla possibilità da parte del Governo di intervenire sulla riforma “Fornero“, ossia quella sulle pensioni. Potrebbe essere nelle prossime settimane o tra qualche mese, ma le modifiche dovranno essere ‘’a somma zero”, secondo quanto dichiarato dal premier Matteo Renzi. L’introduzione di maggiore flessibilità non dovrà comportare costi per lo Stato. In pratica il lavoratore che volesse uscire dal lavoro in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, dovrebbe avere un taglio consistente sulla pensione.
Nessuna possibilità di attuazione per le proposte di Damiano Baretta, ossia 2% di taglio per ogni anno di anticipo, con un costo valutato dall’INPS di 8,5 miliardi di euro (a regime) e per quella su quota 100 tra età e contributi. Quest’ultima avrebbe avuto un costo (sempre a regime) di 10,6 miliardi di euro.
Altre modalità sono allo studio, si è alla ricerca di un meccanismo che possa favorire chi ha già i requisiti e soprattutto l’intenzione di anticipare la pensione, pur rinunciando qualcosa in termini economici. Ma bisogna effettivamente calcolare “quanto” tempo prima e “quanti” soldi. Sembra difficile che le modifiche possano arrivare con la legge di stabilità 2016.
Dal primo gennaio del prossimo anno, intanto, innalzamento repentino delle condizioni base per le donne del settore privato, con l’aumento dell’età di vecchiaia nel complesso tra scalino e aspettativa di vita di 1 anno e 10 mesi. Le lavoratrici del privato, dal 2016 dovranno aspettare i 65 anni e 7 mesi a fronte dei 63,9 fissati fino a quest’anno. Senza interventi sulla legge Fornero, per le donne in Italia tra il 2014 e il 2020, si avrà lo “scalino” più alto tra i Paesi Ue. L’età effettiva di uscita passerà da 62,1 anni a 65,5 superando di quasi 2 anni l’età effettiva media nell’Ue che è di 63,6 (in crescita di appena un anno).
L’Italia, in mancanza di interventi, tra non molto sarà tra i Paesi più virtuosi in Europa sull’età effettiva di uscita dal lavoro, anche grazie alla stretta sulle pensioni anticipate. Dal prossimo anno (2016) gli uomini potranno andare in pensione, prima dell’età di vecchiaia, solo con 42 anni e 10 mesi di contributi; per le donne serviranno 41 anni e 10 mesi. L’oramai certo “rinvio” di qualsiasi modifica ma soprattutto l’assenza di risorse, preoccupano e non poco i sindacati che, più volte, hanno già chiesto di rivedere la legge Fornero senza penalizzare in modo eccessivo e quindi nei fatti “bloccando” coloro che decidessero di anticipare l’uscita.