È un punto fermo della spending review, il riordino della tax expenditures*. Gli ”sconti” fiscali, dovranno essere confermati, modificati o cancellati a cinque anni dalla loro introduzione. Questo fa parte di un intervento fiscale a vasto raggio, con cui il Governo conta d’invertire la tendenza rispetto al passato, anche recente. Basti pensare che, come ha ricordato recentemente il direttore del dipartimento Finanze del Mef, Fabrizia Lapecorella, tra il 2011 e il 2015 sono stati introdotti 35 nuovi sconti fiscali e ne sono stati abrogati 9.
Questa “razionalizzazione” punterà anzitutto a eliminare le sovrapposizioni tra le attuali agevolazioni fiscali con programmi di spesa destinati alla stessa finalità. Quanto alle aree specifiche, in attesa delle decisioni sugli sconti più strettamente collegati all’Irpef o al sistema di welfare, si dovrebbe iniziare con quelli dei trasporti e dell’agricoltura, che secondo la ricognizione effettuata dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), varrebbero rispettivamente 3,5 e 1,7 miliardi di euro. Ma ci sono, sempre secondo l’Upb, 282 voci riconducibili a sconti fiscali per 161,3 miliardi nel 2015. Uno studio fatto nel 2011 riportava addirittura qualcosa come 720 voci per una perdita di gettito di circa 254 miliardi di euro!
Una fetta pari all’80% dell’ammontare finanziario complessivo (161,3 miliardi), è riconducibile a un grande blocco di agevolazioni fiscale che comprende misure generali senza alcuna specifica destinazione settoriale. Il restante 20% degli sconti ha invece una funzione di sostegno di specifici settori e valgono 32,1 miliardi di euro. Proprio su questo versante, gli sconti che comportano maggiori perdite di gettito sono concentrati in particolare in cinque settori:
- edilizia e mercati immobiliari , con 12,9 miliardi di mancato gettito;
- mercati finanziari e assicurativi, con 7 miliardi;
- trasporti, con 3,5 miliardi per il complesso di quelli aerei, autotrasporto, marittimi e ferroviari;
- sanità, con 3,1 miliardi;
- agricoltura, con 1,7 miliardi.
*L’espressione, coniata negli Stati Uniti, indica le agevolazioni e le esenzioni fiscali (v.). Letax expenditures corrispondono ad una vera e propria erogazione di spesa. Per quanto concerne gli effetti distorsivi delle tax expenditures si è affermato che esse diminuiscono il grado di equità dei sistemi tributari, in quanto sono i soggetti più ricchi che possono beneficiarne in maggior misura; inoltre, le tax expenditures spingono lo Stato ad effettuare delle spese che in diverse situazioni non verrebbero erogate. In altri sistemi non si parla di una generica detrazione di spesa in tema di tax expenditures, ma ci si riferisce in modo più specifico alla possibilità di detrarre dalle imposte sul reddito solo quelle spese sostenute a favore di attività o gruppi di interesse sociale (scuole, università, ospedali ecc.). Attraverso il sistema delle tax expenditures è possibile gestire, in maniera più corretta, una serie di finanziamenti, facendoli confluire verso attività che altrimenti avrebbero difficoltà nel reperire i fondi necessari.