Piccoli segnali di ripresa economica, nonostante le difficoltà, per l’Italia. Secondo il Fondo monetario internazionale (o IMF, International Monetary Found), nel secondo trimestre del 2015, la crescita del nostro Paese è superiore alle attese e dovrebbe continuare a migliorare nei prossimi mesi.
Nel rapporto, si legge che le stime per la zona euro indicano una crescita più debole delle attese, con una crescita superiore alle attese in Italia, Irlanda e Spagna. Altra indicazione tendenziale, è che l’indebolimento dell’euro sta avendo un impatto positivo sull’export in Francia e Germania. La moderata ripresa nell’area Euro dovrebbe continuare nel 2015 e 2016, sostenuta dal calo dei prezzi del petrolio, dall’allentamento monetario e dalo stesso deprezzamento dell’euro.
Secondo l’organizzazione guidata dalla francese Christine Lagarde, dovrebbe esserci crescita continua in Germania, Francia, Italia e Spagna, che ha prestazioni sicuramente migliori. Per la Grecia, invece, previsione negative a causa del protratto periodo di incertezza di quest’anno. Riequilibri di bilancio favorevoli alla crescita potrebbero includere un abbassamento della tassazione sul lavoro e sui capitali, tagliando la spesa pubblica improduttiva. nel rapporto si evince che la crescita globale rimane moderata riflettendo un ulteriore rallentamento nelle economie emergenti e una debole ripresa nelle economie avanzate.
In un contesto di crescente volatilità dei mercati finanziari, dal calo dei prezzi delle materie prime, gli afflussi di capitali più deboli, e il deprezzamento delle valute dei mercati emergenti, i rischi al ribasso per le prospettive sono aumentati, soprattutto per i mercati emergenti e in via di sviluppo. La crescita globale nel primo semestre del 2015 è stata inferiore rispetto al secondo semestre del precedente anno, il 2014, riflettendo un ulteriore rallentamento nelle economie emergenti e una ripresa più debole nelle economie avanzate. Nelle economie avanzate, le esportazioni più deboli, riflettendo in parte fattori temporanei, e di un rallentamento della domanda interna sono stati fattori chiave. La crescita della produttività è stata persistentemente debole.
Nelle economie emergenti, il rallentamento riflette una continuazione della regolazione dopo il post crisi degli investimenti e del credito, insieme con le conseguenze del calo dei prezzi delle materie prime, tensioni geopolitiche e conflitti. Nelle economie avanzate, per l’attività economica si prevede una crescita modesta nel secondo semestre dell’anno e nel 2016. Nei paesi emergenti la crescita delle economie quest’anno si prevede che rallenterà di nuovo rispetto al 2014; qualche rimbalzo è stimato il prossimo anno, come le condizioni delle economie in difficoltà, pur rimanendo difficili, dovrebbero migliorare.
Le condizioni finanziarie per le economie emergenti si sono inasprite. In un contesto di crescente volatilità dei mercati finanziari gli spread delle obbligazioni in dollari e i rendimenti obbligazionari in valuta locale a lungo termine sono aumentati rispetto alla primavera, i prezzi delle azioni si sono indeboliti, e gli afflussi di capitale sono diminuiti. Valute dei mercati emergenti sono generalmente ammortizzate, riflettendo l’indebolimento dei prezzi delle materie prime, le preoccupazioni circa la crescita in Cina, e l’aumento dell’avversione al rischio, e le aspettative di un decollo dei tassi di riferimento negli Stati Uniti.
Secondo la relazione Fmi, è necessaria una forte azione politica comune per aumentare la crescita e ridurre i rischi. Le economie avanzate dovrebbero mantenere politiche di sostegno. Nella maggior parte delle economie avanzate la politica monetaria deve rimanere accomodante. La gestione dell’elevato debito pubblico in un contesto di bassa inflazione e bassa crescita restano una sfida fondamentale. Poi, le riforme strutturali decisive sono necessarie per aumentare la produzione potenziale e la produttività attraverso dei membri del G20*.
Sono necessari anche le riforme del mercato del lavoro nelle economie avanzate in fase di invecchiamento della popolazione. Si dovrebbe mirare ad aumentare la partecipazione al lavoro, e le azioni per aumentare la domanda di lavoro e rimuovere gli ostacoli all’occupazione nelle economie dell’area dell’euro e alcuni mercati emergenti. In fine, le riforme per migliorare il funzionamento dei mercati dei prodotti sono necessarie anche in Giappone e nell’area dell’euro, e le riforme per migliorare la produttività e aumentare il prodotto potenziale sono fondamentali in molte economie emergenti. Sono necessari sforzi politici congiunti delle economie in deficit e surplus per ridurre gli squilibri in eccesso e sostenere la crescita.
*E’ un forum dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, creato nel 1999, dopo una successione di crisi finanziarie per favorire l’internazionalità economica e la concertazione tenendo conto delle nuove economie in sviluppo. Di esso fanno parte i 19 paesi più industrializzati (quelli del G8 in primis) con l’eccezione di Spagna, Paesi Bassi e Svizzera. È presente, inoltre, l’Unione europea.