Sarà perché la tempistica è politicamente perfetta, ma certe dichiarazioni non possono che lasciare il segno ed innescare polemiche e discussioni. Il premier Matteo Renzi continua ad insistere con alcune promesse che, proprio per le condizioni complessive dei conti economici nazionali, non soltanto italiani, lasciano parecchi dubbi sulla loro veridicità. Quando si parla di tasse, e in special modo dell’abolizione nel 2016 di Imu e Tasi sulla prima casa, non si può fare altro che indurre un’immediata risonanza mediatica e sociale. Certo, la notizia non può che far piacere a tanti proprietari di immobili, soprattutto a quelle famiglie che sono schiacciate dal peso di un mutuo, ma ovviamente apre la strada ad inevitabili polemiche e discussioni sull’effettiva disponibilità di risorse finanziarie pubbliche necessarie per attuare tale piano. Non è così difficile fare due conti e come di consueto la Cgia di Mestre ha immediatamente “fatto i conti”, certamente non precisi al centesimo ma assolutamente verosimili.
Partendo con il taglio della TASI sulla prima casa (con l’IMU agricola e sugli impianti industriali), le stime più accorte parlano della necessità di reperire circa 4,5 miliardi di euro. Di certo non una cifra impossibile, ma a questi soldi andrebbero aggunti altri 18 miliardi di euro per evitare che scattino le clausole di salvaguardia contenute nelle precedenti leggi di stabilità. Questo potrebbe generare aumenti delle accise sui carburanti e degli acconti IRPEF oltre che un’innalzamento dell’IVA di ulteriori due punti percentuali, ovvero dal 10 al 12% e dal 22 al 24%. Entro dicembre 2015, poi, andranno reperiti ulteriori 1,6 miliardi di euro per estendere al 2016 i benefici fiscali per chi assume a tempo indeterminato e 2,1 miliardi per consentire la reindicizzazione delle pensioni. Tutto questo per un totale di oltre 25 miliardi di euro. Dulcis in fundo, ci sarebbero in programma un abbassamento dell’IRES (dal 31 al 24%) per il 2017 e una ridefinizione degli scaglioni IRPEF nel 2018. Conti alla mano, considerati gli effetti del taglio di TASI e IMU, è facilmente intuibile come l’annuncio fatto da Capo del Governo Renzi sul possibile taglio di sia stato almeno avventato.
Comunque, è importante attendere la legge di stabilità che verrà stilata nei prossimi mesi. Dalle scelte operate si potrà capire se davvero il Governo è intenzionato ad effettuare tagli reali che non inneschino conseguenti incrementi e/o aumenti per altre tasse e imposte, per “bilanciare”. Basterà l’attuazione delle recenti riforme e la spending review per tutto questo? Vedremo, per adesso i dubbi sono tanti e assolutamente fondati.