E’ una serata calda ma non afosa, direi quasi ideale. Aria d’estate, nel cielo nero stelle e inquietanti grumi di luci in movimento: sono le luci rosse e verdi intermittenti degli aerei che solcano lo spazio sulla nostra testa, carichi di vita e ricordi di storie appena vissute, o ancora da vivere. La luna è nascosta, l’unica nuvola in transito la copre ma s’intravede la sua luminosità inconfondibile. E’ già metà agosto, non ci vorrà molto, ancora pochi giorni e queste strade adesso praticamente deserte, torneranno a riempirsi di auto, persone, la solita confusione, il traffico, la quotidianità dalla quale troppe volte vogliamo fuggire ma che paradossalmente ogni tanto ci manca. Ma non voglio pensarci adesso, perché il mio mare m’aspetta. Il mio, sì.
Cammino a piedi e posso sentire nitidamente il rumore gommato delle mie sneakers sul marciapiede, tant’è il silenzio. Chi ha potuto è fuggito dalla città. Mare, montagna, parenti o amici da raggiungere, anche “dietro casa” Come si dice, è vacanza già il partire, l’andare via, lo spezzare la routine. Poco importa dove, il viaggio è certamente uno spostamento fisico ma soprattutto mentale e se non avviene questo, è come essere rimasti a casa.
Il mare m’aspetta, devo andarci. Il mio mare, ma è anche vostro… Pensateci: ognuno di noi, quando ha la possibilità di tornare sulla spiaggia preferita, quella di sempre, prova una piacevole sensazione di possesso. Quel mare, quella sabbia, è parte di noi. Affondarvici i piedi è già qualcosa di straordinariamente piacevole. Il mare è come un vecchio amico che ci aspetta, pronto a riabbracciarci, a farci sentire ancora bambini, in quell’acqua tiepida e salina che, ogni volta, scatena in noi inconsci ricordi ancestrali. Inspiegabili ma bellissimi da “sentire” e “rivivere”.
Seduto sulla spiaggia, a guardare il moto perpetuo delle onde che s’infrangono sulla battigia: è quasi ipnotico. Il rumore della risacca, i sassolini che corrono verso il mare trascinati dalla forza impetuosa dell’acqua, rotolando veloci e provocando un piacevole suono, come una melodia, mai uguale. Starei ore a contemplare quello spettacolo. Sassi, gusci, conchiglie, il tempo li consuma, modificandoli nella forma, e li rende sempre più piccoli fino a ridurli in granelli di quella sabbia su cui sono seduto. E così il tempo consuma anche noi e non ce ne curiamo, rendendocene conto sempre quando è troppo tardi.
Il mio mare, e in quell’acqua trasparente ci sono anche decenni (già troppi) di ricordi. Volti, sorrisi, giochi, amicizie, amori, lacrime, promesse, mani da stringere, canzoni ascoltate o cantate a squarciagola, baci sognati, frasi strozzate in gola, rammarico, delusione, occhi e sguardi incisi sul cuore. I piedi nell’acqua e d’improvviso tutto riaffiora, come per magia. Ritrovare lì, intatti, i ricordi più belli oppure quelli tristi. Il mio mare ha saputo custodirli, tutti, sta a me sceglierli, ma io amo riviverli, tutti. E’ la mia vita. Sono ciò che sono proprio grazie ad essi.
Il mio mare m’aspetta. E io non vedo l’ora di rivederlo, di sentirne il profumo. Lo rivedrò e lui mi saluterà con la sua brezza salmastra, quasi a volermi accarezzare, a manifestarmi la sua gioia d’incontrarmi ancora. Non vedo l’ora, starò interi pomeriggi a guardare l’orizzonte in cerca di chissà cosa, fino a farmi arrossare gli occhi dalla salsedine e dalla luce abbacinante del sole. Un tramonto infuocato, o quella barca a vela all’orizzonte, lo spettacolo è sempre di straordinaria bellezza, ogni giorno più del precedente. Stare lì, mettendo da parte pensieri e preoccupazioni, in silenzio, a guardare scorrere il film tratto dal romanzo più bello mai scritto: “La Vita è una soltanto“. Scritto per ognuno di noi, nessuno escluso, compresi i tanti sfortunati che, purtroppo, un mare per sé non hanno potuto mai averlo.
Scruterò l’orizzonte e probabilmente, come sempre, d’un tratto rivedrò me stesso. Sarà un solo attimo, un flash-back di quelli che ti lasciano poi senza parole e con il cuore che batte all’impazzata. Un fotogramma in cui rivedrò tutto ciò che è stato. Il mio mare sarà lo sfondo rassicurante di quell’istantanea che mi accompagnerà per tutto l’anno, fino alla prossima estate, quando tornerò da lui per farmi accarezzare ancora. E a pensarci, già adesso non vedo l’ora.