E’ oramai pronto il Regolamento sulla fecondazione eterologa (clicca per saperne di più) che il Ministero della Salute ha ora trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. “Paletti” per l’età di uomo e donna e per il numero dei nati da ciascun donatore, ma anche un elenco dettagliato degli esami ai quali sottoporsi prima della donazione dei gameti.
Un passo ulteriore dell’iter che porterà a definire regole certe per i Centri di procreazione, mentre si prevede anche l’avvio di una grande campagna del ministero per promuovere la donazione dei gameti, come già avviene nel caso della donazione di organi e tessuti. Il provvedimento completa il recepimento delle normative europee riguardanti cellule e tessuti e fissa, appunto, una serie di “paletti”, alcuni dei quali già indicati nelle linee guida sulla fecondazione eterologa approvate dalla Conferenza delle Regioni nel settembre 2014.
“Paletto” saldo è quello dell’età dei donatori: è fissata tra 18 e 40 anni per gli uomini, mentre è tra i e tra 20 e 35 anni per le donne. Si tratta di limiti di età decisi in base a criteri di efficacia e sicurezza. Aumentando l’età, infatti, aumentano i fattori di rischio di tipo genetico e diminuisce la fertilità, soprattutto per le donne. Fissato anche il numero massimo di nati per ogni donatore: 10, per ridurre al minimo il rischio di unioni inconsapevoli fra consanguinei nati da eterologa. E’ però prevista una deroga per quelle coppie che, avendo già avuto un bambino da eterologa, chiedono lo stesso donatore perché i nati siano comunque fratelli biologici.
Il Registro Nazionale dei Donatori, previsto con la Legge di stabilità, consentirà di contare le nascite e bloccare i gameti del donatore (tranne che per eventuali deroghe) quando il numero massimo previsto delle nascite sarà raggiunto. Regole precise, poi, per la selezione del donatore. Previsto un colloquio individuale e la compilazione di un questionario a cura del medico responsabile della selezione. Si procede poi con gli esami per patologie di tipo infettivo (ad esempio HIV ed epatite), che prevedono una tempistica diversa nei prelievi di sangue per donatori di fecondazione eterologa rispetto alla fecondazione omologa. In caso di eterologa si effettuano prelievi ad ogni donazione.
Quanto allo screening per valutare il rischio di patologie genetiche, sarà obbligatoria una consulenza genetica scritta e, tenendo anche conto del contesto etnico del donatore, si possono prevedere ulteriori esami, inclusa la mappa cromosomica (cariotipo) per ridurre al minimo il rischio di trasmissione di patologie ereditarie. Nel Regolamento viene anche fissato un criterio numerico per stabilire quando si può parlare di “prevalenza” di una certa patologia nel contesto etnico del donatore.
Tutti i donatori debbono comunque effettuare il test della fibrosi cistica e se dovessero venire a sapere di avere una patologia ereditaria dopo aver effettuato la donazione, dovranno informare subito il Centro di procreazione. E’ inoltre vietata la donazione di gameti fra parenti fino al quarto grado, per i quali c’è rischio maggiore di trasmissione di eventuali patologie genetiche.
Sarà infine garantito l’anonimato: la coppia che accede alla eterologa riceverà un’informazione completa sugli esami fatti dal donatore, ma nel rispetto della riservatezza della sua identità. Al Centro di riferimento sarà invece possibile risalire al donatore, in caso di necessità sanitarie, attraverso il Registro nazionale.