A proposito di spending review e tagli alla sanità, mi ha colpito molto una nota pubblicata da Gino Strada (medico chirurgo, filantropo e pacifista italiano) su facebook. Il pensiero di un “addetto ai lavori”, che con la sua ONG (ONLUS) Emergency** cura i feriti e derelitti, vittime civili della guerra in ogni parte del Mondo.
<<Ma quanto deve “costare” la sanità? A mio avviso, l’unica risposta intelligente (e carica di giustizia) è: quanto serve, quanto serve per curare al meglio le persone che ne hanno bisogno.
Tutte. Idealmente, non un euro in più, né un euro in meno. I rapporti ufficiali, invece, ci dicono che circa 10 milioni di italiani non possono curarsi come dovrebbero, perché non se lo possono più permettere. La spesa sanitaria italiana è di poco superiore ai 100 miliardi di euro annui. Troppi? Pochi? Chissà.
La “spesa sanitaria” è però il costo per lo Stato, o meglio per la collettività, del “sistema sanitario”, non è quanto viene speso per curare le persone. C’è molto di più in quei 100 miliardi l’anno. Certamente ci sono un uso poco razionale delle risorse e la dannosa “medicina difensiva” a dilapidare danaro pubblico. C’è però una cosa nella sanità che costa più di tutto il resto e che viene ostinatamente censurata: il profitto.
In tutte le sue forme, nelle strutture pubbliche come in quelle private “convenzionate”, che ormai da noi funzionano esattamente nello stesso modo. Aziende, non più Ospedali. Il profitto stimato nel settore della sanità si aggira attorno ai 25 miliardi di euro annui. E se si iniziasse a “tagliare” da lì? Con i soldi risparmiati dando vita ad ospedali non-profit, cioè a strutture che abbiano come obiettivo le migliori cure possibili per tutti e non il pareggio di bilancio, si potrebbe ricostruire una vera sanità pubblica, cioè un servizio totalmente gratuito, di alta qualità… e molto meno costoso>>.
Come non essere d’accordo con il Dott. Strada? Un’idea che forse si scontra con interessi troppo grandi e radicati, la posta in gioco è smisurata, considerando il giro di affari miliardario. Questione di volontà e di profondo (ma raro) senso civico, occorrerebbe un profondo e radicale cambio di mentalità e poi coscienze differenti e limpide per poterla attuare. Quindi è un’utopia? Oggi credo di si, ma un no non è impossibile.
**Emergency è un’associazione umanitaria italiana, fondata il 15 maggio 1994 a Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, insieme a Carlo Garbagnati e Giulio Cristoffanini. Essa ha ottenuto il riconoscimento giuridico di organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) nel 1998 e di organizzazione non governativa (ONG) nel 1999. Dal 2006, Emergency è partner ufficiale del Dipartimento dell’informazione pubblica delle Nazioni Unite.
Obiettivi di Emergency sono offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà; anche grazie al coordinamento e all’attività dei volontari sul territorio, l’associazione promuove attivamente i valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani Nata per fornire soccorso chirurgico nei paesi in guerra, l’associazione ha nel tempo esteso il raggio delle sue attività alla cura delle vittime della povertà in paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite. Dal 2005 Emergency opera anche in Italia, per garantire a tutti il rispetto del diritto a essere curati sancito anche dalla Costituzione.
Attuale presidente della ONG è Cecilia Strada, figlia di Gino Strada e Teresa Sarti, chiamata a ricoprire la carica dopo la morte della madre, avvenuta il 1º settembre 2009, che era stata presidente di Emergency dalla sua fondazione. Alessandro Bertani ricopre la carica di vicepresidente.