E’ iniziata ieri, nell’Aula del Senato, la discussione degli emendamenti (200) presentati alla riforma della Pubblica Amministrazione, il ddl Madia (cliccare sul link per vedere il testo intero). Il numero delle “proposte di cambiamento” arrivate è inferiore a quello registrato per la commissione, che erano oltre 300. In prima battuta si è iniziato con la discussione generale del disegno di legge, per passare poi alle votazioni. Ma che cosa prevede questa proposta di legge? Dal riordino delle forze armate alla centralità dell’inglese, dalle “file” all’ospedale da eliminare ai “giudizi” sui dirigenti. Si prevede che, entro al fine di questa settimana, il disegno di legge vedrà il via libera definitivo del Senato. Poi, a seguire, unalunga serie di decreti attuativi per renderla pienamente operativa.
Ma vediamo quali sono alcuni dei punti centrali della riforma voluta dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia:
Società partecipate. Nel ddl si parla chiaramente di una loro riduzione e, per quelle che gestiscono servizi pubblici di interesse generale, la messa in liquidazione nel caso si dovesse reiteratamente chiudere l’esercizio finanziario in perdita. La parte variabile del compenso degli amministratori dipenderà dai risultati economici. le società che non si allineeranno, vedranno una drastica sforbiciata dei trasferimenti di risorse finanziarie dallo Stato.
Accorpamento delle Guardie Forestali con altra forza. Il ddl pone le basi per l’accorpamento delle divise “grigie” in un’altra forza, probabilmente con i Carabinieri. Si tratterebbe di un trasferimento in blocco, anche se si prevedono “alternative”, con il collocamento in altre amministrazioni per coloro che non vorranno essere militarizzati.
Ci sarà un numero “unico” per le emergenze, come ad esempio negli U.S.A. Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto, in qualsiasi circostanza. L’idea e’ quella di realizzare centrali in ambito regionale. Disattivazione di tutti gli altri numeri attualmente operanti sul territorio nazionale.
File nelle strutture ospedaliere del SSN. Niente più ombre sui tempi medi di attesa per visite specialistiche, analisi o referti. Ogni struttura dovrà pubblicare i dati sulla durata tipo.
Per quanto riguarda i concorsi pubblici, viene sancita l’importanza dell’inglese e di altre lingue straniere. Si va poi verso un polo unico per le selezioni, una sorta di “agenzia ad hoc” con il compito di gestire le prove. Sempre in ambito lavoro, i manager potranno essere mandati via dalla pubbliche amministrazioni dopo essere stati valutati negativamente. Per non essere licenziato il dirigente pubblico potrà chiedere di essere demansionato a funzionario. Si allentano i vincoli per il conferimento di incarichi pubblici a pensionati. Salta infatti il tetto di un anno come durata massima, purché non si tratti di posizioni direttive o dirigenziali, per cui resta il limite di 12 mesi. Per tutti, però, gli incarichi dovranno essere gratuiti. In fine, obbiettivo della delega è regolare le forme di lavoro flessibile, limitandole a tassative fattispecie. soprattutto allo scopo di prevenire il precariato.
Introduzione del “Freedom of information act“, Cos’è? Avere accesso alle informazioni raccolte dallo Stato – in nome dei cittadini e con risorse dei cittadini. È un diritto universale, che è alle fondamenta della nostra libertà di espressione perché è il presupposto di una piena partecipazione come cittadini alla vita democratica. Il diritto di accesso all’informazione è regolato da norme conosciute internazionalmente come “Freedom of Information Acts” (FOIA). In base ad esse, la pubblica amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dalle amministrazioni che non contrastino con la sicurezza nazionale o la privacy. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto l’accesso alle informazioni detenute dai governi come diritto ed oggi più di 90 Paesi democratici hanno un FOIA. Quindi, tutti i cittadini italiani avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, così da rendere possibile un controllo a 360 gradi anche sull’utilizzo delle risorse pubbliche.