In questi giorni si sta parlando molto di spending review, e soprattutto dei tagli o presunti tali che saranno effettuati sul Servizio Sanitario Nazionale. Senza dubbio il comparto sanità rappresenta un vero buco nero, una voragine aperta nei conti dello Stato dalla quale si disperdono costantemente risorse incalcolabili.
La spesa complessiva è stimata in circa 110 miliardi di euro/anno, ed è quindi inevitabile che il controllo dei costi di Asl e ospedali sia sempre di stringente attualità. Una situazione divenuta addirittura drammatica, da quando la gestione sanitaria è passata direttamente nelle mani delle Regioni, molte delle quali si sono rivelate del tutto inaffidabili.
Si è quindi cominciato nel corso delle ultime legislature ad approvare provvedimenti ad hoc con l’obiettivo di ridurre o addirittura tagliare i costi, a volte anche in maniera drastica. Una razionalizzazione della spesa per evitare sprechi e l’inevitabile malaffare inevitabilmente connessi. In questi giorni è stato presentato al Senato un pacchetto di misure di revisione di spesa alla sanità, del valore complessivo di circa 2,3 miliardi di euro a partire dal 2015 che incideranno su diversi aspetti dell’offerta sanitaria, anche al fine di razionalizzare la spesa. Quali misure sono previste?
- Una razionalizzazione della spesa per farmaci e dispositivi medici, con gli enti del Servizio sanitario nazionale che devono proporre ai fornitori una rinegoziazione dei contratti esistenti, per ridurre i prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, fino a una riduzione su base annua del 5% del valore complessivo degli attuali accordi.
- L’istituzione presso il ministero della Salute di un Osservatorio nazionale sui prezzi dei dispositivi medici, che non abbia costi sulla collettività. Tra i suoi obiettivi, oltre a monitorare le stazioni appaltanti, anche la verifica della coerenza dei prezzi a base d’asta rispetto ai prezzi di riferimento definiti dall’Autorità nazionale anticorruzione o ai prezzi unitari disponibili nel flusso consumi del nuovo sistema informativo sanitario.
- Riduzione delle prestazioni non necessarie o inappropriate, quali visite ed esami di ambito specialistico. Il ministero della Salute individuerà e renderà note con opportuno decreto le “condizioni di erogabilità” e, le indicazioni di “appropriatezza prescrittiva“, delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Tutte quelle non individuate, saranno a carico dell’assisto. Se il medico esegue un comportamento non conforme alle prescrizioni stabilite dal decreto, e non sarà in grado di giustificarne il motivo dell’erogazione della prestazione, va incontro a una riduzione salariale.
- Anche i ricoveri per la riabilitazione ospedaliera devono essere appropriati, ovvero seguire dei criteri chiari, che tengano conto di diversi aspetti: dalla correlazione clinica del ricovero con la tipologia di evento acuto al fattore tempo, ovvero la distanza temporale tra il ricovero e l’evento acuto. Quando il ricovero non sia la conseguenza di un evento acuto, conta, ai fini della appropriatezza, la tipologia di casistica. A partire dal 2015, per tutti i ricoveri ordinari di riabilitazione clinicamente appropriati, la remunerazione tariffaria sarebbe ridotta del 60% per le giornate oltre-soglia.
- La rinegoziazione Aifa (Agenzia italiana del farmaco) – case farmaceutiche volta alla riduzione del prezzo di rimborso a carico del Servizio Sanitario Nazionale nell’ambito di raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili, si prevede la separazione tra i prodotti a brevetto scaduto da quelli ancora sotto tutela brevettuale.
Le ripercussioni sull’utenza? Non è facile prevedere ciò che accadrà, ma è chiaro che una decisa inversione di tendenza è quanto mai necessaria. E’ impensabile che per lo stesso SSN esistano eccellenze ospedaliere e strutture da terzo mondo, qualche volta anche nella stessa regione. Ed è insostenibile, ad esempio nei pronto soccorso di tutta Italia, dover aspettare ore intere se non giorni per ricevere cure adeguate, per poi finire adagiati su una barella in qualche corridoio trafficato e una flebo al braccio. Taglio agli sprechi e alle ruberie, a beneficio della qualità del servizio. Ci sono Regioni che hanno già messo a punto sistemi di monitoraggio della spesa per verificare anomalie di Asl, ospedali o addirittura semplici medici di famiglia. C’è da sperare che un meccanismo del genere possa funzionare anche a livello nazionale e che la sanità diventi una priorità dello Stato, non solo per il deficit abissale.