Non le ha mandate certo a dire Alexis Tsipras, fortificato dal consenso espresso dal popolo greco con il referendum di domenica 5 luglio. “La Grecia è diventata negli ultimi anni un laboratorio per l’esperimento dell’austerità. Ma bisogna ammettere che questo esperimento è fallito. I contributi dei creditori esteri non sono mai arrivati al popolo greco, ma sono andati al salvataggio delle banche greche ed europee“. Queste le parole del premier ellenico in audizione al Parlamento europeo a Strasburgo. Intanto dal nuovo Eurosummit straordinario è stato lanciato l’ultimatum ad Atene: entro domenica prossima, 12 luglio, bisognerà trovare un accordo per un nuovo programma di sostegno oppure l’unica opzione sarà la “Grexit”. Ma Tsipras si è detto sicuro di poter presentare una proposta concreta entro due – tre giorni.
Il premier ha dichiarato poi, che la scelta coraggiosa scelta del popolo greco espressa con il referendum non è certo la decisione di rompere con l’Europa. E’, invece, la volontà di ritornare ai principi fondanti dell’Europa. Il premier greco ha chiesto di aprire, senza alcun tabù, una discussione sulla sostenibilità del debito pubblico della Grecia. E’ stata già inviata la richiesta di un programma di sostegno al fondo salva Stati all’Esm**, quindi un accordo sarà fondamentale. C’è bisogno di un programma completo per la crescita. Senza la crescita la Grecia non sarà in grado di uscire da questa crisi.
Tsipras chiede rispetto per la scelta del suo popolo che rivendica un accordo con gli alleati europei che possa condurre la Grecia direttamente fuori dalla crisi, facendo vedere la luce alla fine del tunnel. Primo obiettivo della nuova proposta del suo governo è la lotta alla disoccupazione. Scenari complessi e forti ancora sono i timori di non riuscire a giungere ad una soluzione condivisa. La paura delle conseguenze economiche per l’eventuale uscita dall’area euro di Atene è forte, ma c’è la volontà politica di dare alla nazione un’altra possibilità, come ha anche dichiarato il neo Ministro delle Finanze greco Euclide Tsakalotos.
**Esm sta per European Stability Mechanism, cioè Meccanismo europeo di stabilità, detto anche Fondo salva-Stati, istituito dalle modifiche al Trattato di Lisbona (art. 136) approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011. Nato come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro, ma ha assunto, però, la veste di organizzazione intergovernativa (sul modello dell’FMI), a motivo della struttura fondata su un consiglio di governatori (formato da rappresentanti degli stati membri) e su un consiglio di amministrazione e del potere, attribuito dal trattato istitutivo, di imporre scelte di politica macroeconomica ai paesi aderenti al fondo-organizzazione.