Crisi greca, in queste settimane si è moltissimo letto delle istituzioni creditrici del paese governato da Alexis Tsipras. Bce, è la cassaforte europea, ma molto frequente è la denominazione FMI ad occupare i discorsi politici e i relativi articoli giornalistici, ma non tutti conoscono cosa sia.
Il Fondo monetario internazionale (International Monetary Fund, per noi abbreviato in FMI ma è IMF in inglese) è un’organizzazione composta dai governi nazionali di 188 Paesi e insieme al gruppo della Banca Mondiale fa parte delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dal nome della località degli Stati Uniti d’America in cui si tenne la conferenza che ne sancì la creazione. L’FMI è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945. La sua funzione è di correggere gli squilibri economici di breve periodo. FMI concede prestiti a breve termine ai Paesi in difficoltà, per eliminare gli squilibri della bilancia dei pagamenti, e nei casi più gravi sovrintende alla ristrutturazione dei debiti esteri. L’organizzazione impone di solito ai Paesi cui concede fondi, piani di risanamento molto pesanti: taglio delle spese pubbliche, quasi a prescindere dai costi sociali, privatizzazioni e liberalizzazioni, apertura al capitale estero ed altre opzioni. Quindi, non sempre il suo modus operandi viene risparmiato da accuse e polemiche dalla stampa e dal mondo politico internazionale.
Gli scopi dell’FMI (o IMF) sono così definiti nell’articolo 1 dell’Accordo Istitutivo:
- promuovere la cooperazione monetaria internazionale;
- facilitare l’espansione del commercio internazionale;
- promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive;
- dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili con adeguate garanzie le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti;
- in relazione con i fini di cui sopra abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri.
In particolare l’FMI dovrebbe regolare la convivenza economica e favorire i paesi in via di sviluppo. L’FMI dispone di un capitale messo a disposizione dai suoi membri e il voto all’interno dei suoi organi è ponderato a seconda della percentuale detenuta. Ad esempio, l’Italia (con il Governatore Ignazio Visco) nel Fondo, detiene il 3,24 % mentre gli USA posseggono il 17,69%. I 5 paesi che detengono la quota maggiore sono: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito.
Attualmente il Direttore Operativo è la francese Christine Lagarde in carica dal 2011.
E a proposito di possibile “Grexit” e delle preoccupazioni sullo stato di salute del nostro Paese, proprio l’FMI ha reso noto che l’economia italiana sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione, ma la ripresa è ancora fragile. Viene sottolineato che le autorità di governo italiane stanno attuando azioni politiche coraggiose che, insieme con le azioni a livello europeo, hanno contribuito al rilancio dell’economia italiana e hanno migliorato la fiducia. Dal punto di vista numerico, si prevede un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell’1,2% nel 2016. Il rapporto tra deficit e Pil si attesterà al 2,7% quest’anno per poi scendere al 2,1% nel 2016. Il debito salirà invece al 133,3% del Pil per quest’anno per poi ricollocarsi al 132,1% nel 2016.